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Crisi Sant’Agata, la drole de guerre di Valentino

Crisi Sant’Agata, la drole de guerre di Valentino

31 Maggio 2020 | by redazione
Crisi Sant’Agata, la drole de guerre di Valentino
Politica
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di  Enzo Colarusso – La crisi politica santagatese con al centro il ruolo del Partito Democratico attraversato da forti polemiche. Chi si schiera con Valentino, coloro da sempre più vicini alla leadership decariana, chi su posizioni molto critiche, vedi Raffaele Del Vecchio ma anche Giulia Abbate ed altri che non si riconoscono nella “ortodossia” della linea ufficiale. Con De Caro solo apparentemente “atarassico” rispetto alle sorti del suo partito, nei confronti del quale dice di non avere alcun interesse per le “magnifiche sorti e progressive”, in realtà non è proprio così, è Mino Mortaruolo che veste i panni del classico punto di riferimento dicendosi pronto ad incontrare in tempi brevi il Pd saticulano e Carmine Valentino per avere contezza di quanto accaduto, cosa per altro spiegata in modo articolato dallo stesso Valentino in un post apparso sulla sua pagina fb. Valentino e Mortaruolo, gli ultimi due segretari provinciali, entrambi di fedeltà indiscussa al Capataz ma la cui armonia negli ultimi tempi non è ai livelli di un tempo. De Caro parla poco, al di la di qualche intervista cartacea, ma ha ribadito che su due cose ha già impegnato il suo consenso: Mortaruolo a Benevento e Petitto ad Avellino e parliamo delle due caselle per le prossime regionali. La riconferma del torrecusano crea più di un mugugno. Ma in questa occasione il fronte deve essere compatto e quindi Mino fa sapere che il sostegno del partito ai democratici di Sant’Agata de’ Goti e a Carmine Valentino è imprescindibile. “Conosco bene il loro senso di appartenenza al Partito Democratico e l’adesione ai suoi valori e ai principi fondanti, soprattutto in un momento storico nel quale molti, troppi, hanno pensato e utilizzato il partito come un vero e proprio taxi sul quale salire quando c’era da prendere e dal quale scendere quando era invece il momento di dare”. Mortaruolo critica chi strumentalizza la vicenda “per colpire l’intera comunità, o peggio ancora, una parte della “comunità partito” dall’alto di un discutibile pulpito senza fare dapprima i conti in casa propria e, forse, neppure con la propria coscienza”. Parole risolute che, forse, vanno oltre la mera difesa d’ufficio. Sulla crisi santagatese dice la sua anche Fausto Pepe che in fatto di assalti dalla propria maggioranza è esperto, specie nella seconda sua consiliatura al Comune di Benevento. “Giovannina Piccoli non è stata in grado di tenere la maggioranza e non poteva pretendere di andare avanti. Una mozione di sfiducia è la via maestra, magari in via palese e non nel segreto di uno studio notarile. Valentino, conclude Fausto, avrebbe potuto non firmare dal notaio proprio perché segretario ma comunque sarebbe cambiato poco rispetto all’andamento dei fatti”. Ci sarebbe un ultima riflessione che si potrebbe fare. Valentino da più parti indicato come il mandante del golpe. Ci potrebbe essere anche un’altra ipotesi e cioè che Valentino abbia subito la pressione dei suoi e si stato indotto all’azione extraconsiliare. Una condotta che potrebbe denotare debolezza o quanto meno difficoltà a sostenere una posizione, e da uomo forte del PD locale, e da segretario provinciale. Un Valentino non più in grado di controllare i suoi. Una tesi opinabile ma che avrebbe un suo fondamento.

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