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Benevento| Chi si fida del “Viandante”?

Benevento| Chi si fida del “Viandante”?

16 Giugno 2021 | by Enzo Colarusso
Benevento| Chi si fida del “Viandante”?
Politica
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L’outing di Conte a Napoli a favore di Manfredi, un segnale importante in relazione alle future mosse del nuovo Movimento 5 Stelle del nuovo corso postgrillino. Da mesi militanti e simpatizzanti attendono di sapere come evolverà la nuova stagione, se i patti stabiliti avranno ancora valore, se certe clausole dal sapore retrò saranno ancora in auge nel nuovo soggetto che sta per nascere. Tutte cose che al momento non ci è dato di sapere. Si sa solo che l’ex Premier ha aperto ufficialmemnte a Manfredi e che da noi Perifano si è detto assai fiducioso che anche a Benevento quel patto “di casa Farese” fra Dem e 5Stelle possa trovare riverbero all’atto pratico. Cosa che ancora non è. E Mastella? Il sindaco non parla, a tratti bofonchia, e sembra oltrepassare in forma onirica chiunque provi a strappargli una qualsivoglia impressione. Anche lui potrebbe accampare pretese, anche in virtù dell’ottimo rapporto con Conte, e visto che appoggia ancora Manfredi a Napoli chiedere che il Movimento faccia lo stesso a casa sua. Ha capito, il Ceppalonico, che a Benevento non otterrà la traduzione del metodo delle regionali perchè è troppo diversa la competizione ed eccessivo il tenore divisivo del suo atteggiamento, e ha compreso che De Luca non si spenderà per lui più di tanto. E allora lo incalza, a tratti mostrando irritazione e paventando scenari incerti nelle altre piazze al voto ma quello che ha ottenuto, fino ad ora, è stato il gelido commento dello stesso Manfredi che in pratica ha giubilato il metodo deluchiano e anche le velleità del Nostro. E allora la domanda, a nostro sommesso avviso, potrebbe essere: De Luca è ancora l’alleato di Mastella? Senza dubbio si, ma è anche un uomo scaltro, vecchia scuola comunista, uno che pondera ogni azione e che i suoi avversari interni chiamavano Pol Pot…non un buon segnale per chi se lo ritrova davanti. Un democristiano ed un comunista, che spesso procedeva in direzione ostinata e contraria rispetto alle linee rigide di quella chiesa politica. Insieme alla conquista della Regione e una volta conquistata o riconquistata, fate voi, come ogni “amicizia” che si rispetti a ciascuno il suo. Noi Campani, nella più aulica delle interpretazioni della “utilità marginale”, si intasca un assessorato di peso e altri inserimenti nelle commissioni che contano. Può bastare? Per De Luca si, per Mastella ni. Vuole che l’amico lucano gli faccia piazza pulita degli avversari locali, gli spiani la strada. C’è però un solo problema: De Luca non controlla il PD del Sannio e quindi non ha “giurisdizione” a Benevento ma detesta De Caro, ampiamente corrisposto, e una delle poche cose che lo può attrarre da queste parti è proprio la volontà di estromettere il Capataz. Che non è impresa semplice. Del  Vecchio,  De Pierro e in parte Lepore sono i grimaldelli che potrebbero permettere al governatore di entrare nel fortino dem. Poco altro lo spinge ad affannarsi per l’amico ceppalonico anzi c’è qualcosa che invece lo induce ad essere guardingo. Quel qualcosa è la innata diffidenza per le piroette del “Viandante”. E volete che “Pol Pot” non abbia considerato le contromisure? Si da il caso che il giorno prima della conferenza stampa di presentazione a Via Traiano Angelo Moretti abbia avuto un colloquio napoletano con Nello Mastursi, che per chi non mastica di politica è il più fidato collaboratore di De Luca, e la cosa è confermata dallo stesso candidato sindaco di Arco. Nell’ambito dell’incontro Mastursi avrebbe ribadito la lealtà a Mastella e auspicato che ad un eventuale ballottaggio Arco si sarebbe schierato col sindaco uscente. Moretti è sicuro che al ballottaggio ci arriva lui e a quel punto il dialogo si è concluso col più classico dei “vinca il migliore”. Va da se che il vero avversario di De Luca, in una ipotetica contesa a distanza, è Perifano reo di avere accettato la proposta decariana e quindi irrimediabilmente avverso a De Luca e agli amici suoi, nonostante il leader di APB vanti una conoscenza ventennale dello Sceriffo. “Lo conosco bene”, disse quando si presentò, “non si farà tirare per la giacchetta e manterrà un ruolo equidistante”. Sarà. Tuttavia, una sua vittoria renderebbe quasi impossibile la ipotetica scalata al PD sannita dalle falangi deluchiane. Moretti, invece, potrebbe rappresentare una exit strategy possibile e pure gradita, per nulla intrisa di decarianismo, un elemento di novità in un panorama ripetitivo. Insomma, un antidoto alle sempre in agguato tentazioni mastelliane di rompere i canapi e pure qualche altra cosa, una sorta di altolà nel caso in cui Mastella dovesse fare le sue solite sortite. E in tempo di posizionamenti elettorali per il 2023 la cosa non appare affatto peregrina.

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