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Perrotta: eccesso civico metafora dell’antipolitica

Perrotta: eccesso civico metafora dell’antipolitica

9 Novembre 2021 | by Enzo Colarusso
Perrotta: eccesso civico metafora dell’antipolitica
Politica
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Cosa accade nella galassia del  centrodestra? Accade che si è in presenza di macerie in parte dovute alla incapacità dei partiti che ne compongono il quadro, in parte dalla devastazione mastelliana che ha eroso a destra così come anche a sinistra per meglio puntellare la sua allegra macchina da guerra. Ora però è il  momento di ripartire o provare a farlo. E se Forza Italia, o ciò che ne resta, commissaria il  partito con Rubano, Fratelli d’Italia riparte dalla segreteria cittadina per invertire la rotta. Per Perrotta l’operazione è delicata. Quali le responsabilità del mancato successo? Forse la partenza in anticipo rispetto ai tempi con Paolucci candidato, cosa che si  è poi via via affievolita nel  corso dei mesi; oppure quello che la stessa Rosetta De Stasio ha interpreetato come una velata ambiguità di base, oppurre ancora una strizzata d’occhio di troppo a Mastella lasciando il liberi tutti al momento del  voto? C’è un po di tutto ma appare certo, tuttavia, che occorre cambiare passo.  Pelè Perrotta eredita una situazione oggettivamente complessa. Attacca l’eccesso di civismo che deresponsabilizza i soggetti politici, è dell’idea che i partiti alleggeriti non siano un puntello alla democrazia. Fuga anche i dubbi sulla reale posizione della Fiamma ma l’antimastellismo fine a se stesso,  dice, non porta da nessuna parte e le urne lo hanno confermato. In Consiglio Fratelli d’Italia non figura ma c’è Rosetta De Stasio alla quale il coordinatore cittadino del partito della Meloni tributa assoluta  legittimità politica e personale.

 

 

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