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Conti pubblici, la gravità del momento oltre le contumelie

Conti pubblici, la gravità del momento oltre le contumelie

9 Settembre 2022 | by Enzo Colarusso
Conti pubblici, la gravità del momento oltre le contumelie
Politica
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Oltre le contumelie, oltre gli scambi di accuse reciproche. Fausto Pepe torna alla ribalta e lancia bordate pesanti all’Amministrazione in merito ai conti pubblici che in base alla relazione delle ispettrici della Ragioneria Generale dello Stato sono sballati. Pepe è il sindaco del decennato, attualmente è il vicesegretario vicario del PD sannita, quello che ha amministrato la città nel momento più grave della crisi finanziaria del 2008, il sindaco che ha dovuto sostenere il peso di una guerra dichiaratagli da Umberto Del Basso De Caro specialmente nel secondo suo mandato 2011-2016. In sostanza, ha governato la città dovendo sostenere anche il peso di chi avrebbe dovuto affiancarlo e non lo ha fatto amministrando non senza colpe ma gli va riconosciuta quanto meno “l’attenuante generica” di avere cercato di evitare il dissesto per debiti non prodotti soltanto dalla sua più o meno incauta amministrazione ma assumendosi la responsabilità politica e finanziaria di chi lo ha preceduto. Non è corretto elevarlo a modello, non è corretto addossargli le colpe di almeno 40 anni di gestione della finanza pubblica a dir poco discutibile. E’ corretto invece dargli atto di avere cercato di evitare l’amministrazione controllata ma di non esserci riuscito attraverso ben due piani di recupero, il primo bocciato dalla Corte dei Conti. La storia recente parla assai chiaro ed è consegnata alla cronaca della stretta attualità. Sino ad ora dai piani alti di Palazzo Mosti, oltre alla prevedibile risposta a Pepe, non è arrivato nulla che assomigli ad una presa d’atto nei confronti di quella relazione, fatta di 46 pagine assai dettagliate e incontrovertibili. Dal 9 agosto si attende che Palazzo Mosti batta un colpo ma le elezioni politiche assorbono la gran parte delle energie, aimè, per cui non è ipotizzabile che ci si concentri sulle allarmanti affermazioni di Cirillo e Vitale. E allora la si butta in caciara, nel battibecco a distanza, mentre la città avrebbe bisogno di risposte chiare e forse di qualche assunzione di responsabilità, specialmente nei confronti dei creditori.

Così come la questione del bando periferie. Qui sembra essere inevitabile che si giunga al contenzioso essendo assai distanti le parti e cioè Lumode e il Comune. Ad inizio agosto il dirigente Iadicicco  ha scritto al taumaturgico Abbamonte nipote per avere lumi su come affrontare la questione e alla alla fine del mese di agosto gli avrebbe inviato i documenti per avere maggiori ragguagli su come muoversi. E c’è di più. Iadicicco alla fine di luglio avrebbe dovuto inviare al Nucleo monitoraggio e verifica della Presidenza Consiglio dei Ministri una relazione semestrale, la prima era stata inviata il 25 gennaio, sullo stato di attuazione del progetto complessivo e sembrerebbe che non abbia ancora provveduto. Sembrerebbe. Iadicicco, la cui disponibilità non è venuta mai meno anche nei momenti più critici, da un po di tempo mantiene il riserbo dopo essere stato, in più occasioni, la voce del Comune, vedi questione dell’housing sociale. Mastella ha imposto il silenzio ed ora anche l’ordine,”categorico e impegnativo per tutti”, di fare legna per l’inverno, di impegnarsi allo spasimo per la rielezione, complicatissima, della moglie ed avverte tutti che chi non si impegna è perduto: l’alba del 26 potrebbe essere come il film di Marcel Carnè, un’alba tragica.

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