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Cronaca di una sconfitta

Cronaca di una sconfitta

27 Settembre 2022 | by Enzo Colarusso
Cronaca di una sconfitta
Politica
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Una mazzata largamente annunciata. Mastella affida ad una nota scritta il suo giudizio sulla recente tornata elettorale che ha prodotto l’altrettanto largo e previsto successo di Fratelli d’Italia. Lo fa al termine di una giornata dura e comprensibilmente deludente al termine della quale redige una nota in linea con la prassi in uso in questi casi. “Con una legge elettorale capestro, con poco tempo a disposizione, quanto ottenuto come risultato elettorale lo consideriamo soddisfacente”, dice ma ovviamente non lo pensa. “A Benevento città in particolare , dove continuerò ad amministrare con impegno grazie al mandato ricevuto, le cose sono andate meglio che altrove”. E c’è da credergli. Altrove, nelle comunità amministrate dai “gerarchi” del partito e da sindaci di sua influenza, almeno sino ad ieri, la proporzione della sconfitta è stata eclatante. San Bartolomeo in Galdo, Faicchio, Montesarchio, Ceppaloni, la stessa Airola, Moiano, Limatola, l’onda lunga della destra ha premiato Rubano dappertutto travolgendo tutti, la Lonardo molto spesso dietro alla Pepe e alla Ricciardi. Fragneto L’Abbate, Ginestra e Santa Croce le uniche roccaforti che hanno resistito allo tsunami. Non ha funzionato il voto disgiunto in Valle Caudina. Il monito fatto recapitare dalla Meloni in persona ha impedito il giochetto per cui anche Matera ha dovuto fare come Garibaldi con La Marmora e osservare il prammatico “obbedisco”. Ora, al di là delle ovvie sottolineature di chi perde Mastella non è rimasto inerte. In mattinata ha riunito un vertice coi fedelissimi e analizzato le cause non tanto della mancata elezione della moglie, che rientravano nelle ipotesi possibili, quanto lo scarso risultato complessivo del suo partito. E qui sono già scattate le prime disamine. Secondo quanto è trapelato uno dei primi obiettivi ritenuti tra le cause principali del tracollo c’è Felice Casucci, l’assessore al Turismo. Da tempo distante, Casucci non si è mai visto al fianco dei Ceppalonici in questa campagna elettorale, mai si è speso per la causa e questo non è passato affatto inosservato. I falchi che lo vorrebbero neutralizzare, fra tutti Gino Abbate, hanno però un ostacolo quasi insormontabile e cioè la volontà di De Luca di non immaginare nemmanco lontanamente un rimpasto in modo tale da piazzare Lady Mastella così come prevedeva il piano B in caso di mancata elezione. Che i rapporti tra Mastella e De Luca siano ormai ridotti a lumicino è cosa nota e quindi si farebbe strada un’ipotesi clamorosa: l’uscita di Noi di Centro dalla maggioranza e il passaggio all’opposizione. Si tratta, tuttavia, di uno spostamento quasi ininfluente ma è comunque una delle mosse che Mastella potrebbe prendere in considerazione. Non sarebbero, per il momento, imminenti provvedimenti di sorta nei confronti della nomenklatura noidicentrista, assessori, boiardi a capo di enti e partecipate, colletti bianchi ma tra i consiglieri si registra la clamorosa frizione con Mara Franzese e il fatto è grave se si pensa allo stretto legame con l’ex senatrice. Eppure Mastella era stato assai esplicito nel richiamare tutti all’impegno massimo ma dai numeri impietosi sembra che questo diktat sia stato disatteso. Il tracollo è nei fatti, inutile tornarci sopra; a Benevento se ne attendevano almeno 10000, sono arrivati solo 6000 e rotti e questo definisce il quadro del rovescio benchè il sindaco tiene a sottolineare come Noi di Centro sia “nella nostra realtà  un partito eguale come peso elettorale ai partiti nazionali”. Vero è anche che il sindaco-segretario avesse nella sua disponibilità tutte le leve del potere locale, buona parte della stampa pronta a seguirlo in ogni sua inaugurazione possibile, compreso i sopralluoghi, e altre istituzioni sostanzialmente neutrali come la Curia e non è cosa di poco conto. E tuttavia, il Ceppalonico di abbandonare il campo di battaglia non sembra avere alcuna intenzione. “Continueremo ad andare avanti negli spazi consentiti ma difficili del partito di territorio”, confermando che il suo non è affatto un comitato elettorale permanente ma un soggetto semmai da strutturare meglio e con qualche avvicendamento che si ritiene molto prossimo. Insomma, l’indomabile Mastella di mettere da parte le velleità “alte” non ne ha proprio voglia. Potrebbe dedicarsi anima e corpo al governo di una città morente, occuparsi dei conti pubblici fuori controllo, di bandi, di dissesto da chiudere e di creditori da pagare, tutti, e invece rilancia. “Resterò fino al 2027”, il che non si sa se è una minaccia o una promessa ma la domanda è come ci resterà a Palazzo Mosti. Ma questo lo scopriremo solo vivendo.

 

 

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