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Offese attraverso i social, Mastella irremovibile: “pietas solo in presenza di pentimento che non c’è mai stato”

Offese attraverso i social, Mastella irremovibile: “pietas solo in presenza di pentimento che non c’è mai stato”

28 Agosto 2023 | by Enzo Colarusso
Offese attraverso i social, Mastella irremovibile: “pietas solo in presenza di pentimento che non c’è mai stato”
Politica
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Non va a buon fine l’appello lanciato dalla segreteria cittadina di Forza Italia al sindaco Mastella affinchè receda dal suo proposito di dar seguito ad una sentenza di condanna per una serie di calunnie e diffamazioni che un cittadino ha rivolto a Mastella attraverso le colonne social.

Mastella ha argomentato in modo assai dovizioso la sua decisione di non fare alcun passo indietro in mancanza di un serio e ponderato pentimento da parte dell’estensore di quelle parole, obiettivamente crude, per le quali un tribunale ha ritenuto di doverlo condannare, pentimento che non sembra esserci stato e nemmeno scuse formali.

E quindi il reo dovrà pagare i 600 euro di ammenda e non avrà indietro l’uso dell’auto, Mastella non ha mostrato “pietas”, attraverso la quale si recherebbe per usufruire di cure. Insomma, Mastella non ha porto “l’altra guancia” come di cristiana  (e non democratica) dottrina.

E tuttavia, è sempre bene ricordare ai tanti che utilizzano facebook o altri socialmedia pensando di godere di guarentigie in base a non si sa quale principio che queste piattaforme non sono un porto franco attraverso le quali poter dire di tutto e di più ma che i principi dei reati di diffamazione, calunnia, istigazione alla violenza e oltraggio sono alla stessa stregua di altre circostanze del vivere consortile.

Peccato che se ne accorgano solo quando le conseguenze finiscono per danneggiarli.

“Leggo di un appello a me rivolto da parte del partito “Forza Italia” per dimostrare “pietas” nei confronti di chi vivrebbe nell’indigenza, rinunciando ad incassare legittimamente un risarcimento danni a seguito di una sentenza di condanna passata in giudicato, emessa dal Tribunale di Benevento, con cui un cittadino è stato condannato per diffamazione aggravata nei miei confronti avvenuta tramite Facebook”, è quanto scrive Clemente Mastella.

“Trovo davvero singolare che qualcuno abbia la sfacciataggine di etichettare solo come di “dubbio gusto” l’auspicio che io possa “fare la fine di Aldo Moro”, dopo avermi appellato come “cafone contadino” e “mangiapane a tradimento sulle spalle dei cittadini”. Non è una “frase di dubbio gusto”, è una condotta criminale che riporta anche ad una vicenda storica drammatica per il nostro paese, richiamando le brigate rosse, oltre ad auspicare la morte di un sindaco.

A tanto si aggiungano le altre arroganti offese, intrise di odio, per cui vi è stata condanna.

Non bisogna banalizzare la condotta di questi leoni da tastiera che alimentano l’odio e causano tanto male alle persone.

Ridurre tutto ciò ad “essersi fatti prendere la mano” è risibile ed irriguardoso nei confronti delle migliaia di vittime che ci sono nel nostro paese a causa di questa tipologia di gravi reati.

Inoltre, questo cittadino non ha minimamente chiesto scusa al sottoscritto o dimostrato il proprio pentimento, né prima né durante né dopo il processo. Evidentemente tale persona, a prescindere dalle condizioni fisiche e psichiche – aspetti di cui ovviamente non sono a conoscenza- rivendica la paternità della grave condotta e non si pente.

Come ho fatto tante altre volte, a fronte di scuse sincere, non avrei avuto difficoltà a rimettere la querela e a rinunciare ad ogni forma di risarcimento.

Ciò non è avvenuto! Ad oggi non mi è pervenuto nulla da questo cittadino, neanche per il tramite dei difensori. Vorrà dire che quando incasserò i 600 euro, come avevo già dichiarato, li devolverò in beneficenza a chi è animato da sentimenti positivi e non incivili”, conclude Mastella.

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