“Voglio fare un centro autonomo. Voglio che Azione diventi sufficientemente forte per spezzare il bipolarismo. Come sempre alle politiche ci presenteremo terzi rispetto agli schieramenti. Le alleanze le faremo dopo il voto, sui programmi. Le Regionali, invece, ti obbligano, se vuoi esserci, a schierarti. E siamo disponibili a patto che non si vada contro i valori fondamentali di Azione”. Lo afferma Carlo Calenda, leader di Azione, in un’intervista a Qn.
“Noi non mettiamo un veto sul Movimento 5 Stelle, la nostra linea è sempre stata molto chiara: non sosteniamo candidati del M5S e non sosteniamo candidati del Pd che si facciano dettare la linea dai Cinque Stelle”, aggiunge.
Parlando della Toscana, Calenda spiega: “Ha rotto Giani, non io, e non ho rotto per la presenza dei Cinque Stelle. Giani, che noi abbiamo sostenuto anche quando il Pd non voleva candidarlo, ha firmato un programma dettato da Paola Taverna che contraddice tutto ciò che noi pensiamo su termovalorizzatori, rigassificatori e reddito di cittadinanza. È assurdo che lui sconfessi ciò in cui ha sempre creduto per un partito che qui prende il 3%”.
Alla domanda se in Campania, a fronte della possibile candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, Azione si alleerà con il centrodestra, Calenda risponde: “Se presenta un moderato liberale con proposte sensate, sì”.
E conclude con una stoccata: “In generale, purtroppo, sta emergendo che queste Regionali sono una presa in giro dei cittadini: uno può dire tutto e imbarcare chiunque. Impera il voto clientelare”.