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Il nodo delle cessioni difficili e dei contratti alti. Tra ingaggi e tasse solo per Glik, Lapadula, Ionita e Dabo sfiorano i dieci milioni di euro

Il nodo delle cessioni difficili e dei contratti alti. Tra ingaggi e tasse solo per Glik, Lapadula, Ionita e Dabo sfiorano i dieci milioni di euro

28 Giugno 2021 | by Antonio Martone
Il nodo delle cessioni difficili e dei contratti alti. Tra ingaggi e tasse solo per Glik, Lapadula, Ionita e Dabo sfiorano i dieci milioni di euro
Benevento Calcio
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Il nodo del mercato del Benevento anche per una questione di bilanci, finanziaria e gestionale è legato alle cessioni. Nella rosa ci sono diversi elementi dall’ingaggio spropositato per la B, per la crisi e recessione legata al Covid, ma anche per quelli che sono i programmi annunciati da Vigorito a meno che non ci siano dei ripensamenti improvvisi e repentini in positivo o negativo come spesso accaduto in passato o arrivi quello che è il sogno di questi giorni, nemmeno tanto malcelato, di un ripescaggio in serie A che cambierebbe totalmente tutti gli scenari. Al di là degli acquisti è evidente che bisogna assolutamente cedere o rescindere con calciatori che non fanno più parte del progetto per ovvi motivi e che rappresentano un “peso” non indifferente per il presente e il futuro. Tra i tanti c’è il polacco Kamil Glik che a dire il vero non ha nemmeno reso o contribuito nell’amara stagione appena andata in archivio secondo le aspettative sia come rendimento che come comportamento da leader. Pensate che solo lui tra ingaggio netto di circa duemilionicinquecentomila euro e tasse, costerebbe circa quattromilionisettecentomila. In pratica il costo di gestione di una stagione intera di squadre di B stile Cittadella. Il difensore reduce tra l’altro da un Europeo non esaltante e di età avanzata ha ancora altri due anni di contratto. A lui bisogna aggiungere il moldavo Ionita e anche lo stesso Dabo che anche in caso di taglio dell’ingaggio non sembrano fare al progetto. A parte il discorso Lapadula, capitale della società, sul quale la scorsa estate ha investito Vigorito acquistando l’intero cartellino dal Genoa. Il nazionale peruviano ha un ingaggio netto di circa unmilionequattrocentomila euro, anche qui un lusso per la B, premesso che lui stesso dopo il buon rendimento in Coppa America non sembra intenzionato a ripartire dalla B. Bisognerà inventarsi qualcosa perchè tra l’altro non si può regalarlo oppure darlo in prestito alla luce degli esborsi recenti ed anche in questo caso appare tutto maledettamente complicato, a meno che il giocatore non accetti di spalmare il contratto, prolungarlo e di sposare l’avventura tra i cadetti e sarebbe il vero grande acquisto perchè in B farebbe di sicuro la differenza. La domanda è: accetterà questa situazione anche se qualcuno dirà che ha un contratto da rispettare. Insomma, senza contrare i vari Sau, Barba e Schiattarella, tanto per fare dei nomi, un monte-ingaggi che arriva a dieci milioni di euro che al di là delle “possibilità” delle casse sociali giallorosse che obiettivamente non sono mai venute meno e che con l’imprenditore del vento assicurano sempre copertura, non fa dormire sonni tranquilli per una questione di equilibrio, rilancio, fair play finanziario e rilancio del progetto. In questa ottica lo stesso Vigorito ha messo tutti in guardia e soprattutto spera di poter convincere calciatori e procuratori a delle soluzioni che facciano risolvere questo problema non da poco e sicuramente condizionante. Si spera molto nel mercato estero, anche se non sono esclusi clamorosi colpi di scena con tagli drastici di chi vuole continuare a sposare la causa giallorossa anche se quest’ultimo sembra più che altro un sogno, almeno per ora…

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