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Benevento| Scontro Provincia- Comune su fiumi, Lipu: “intervenire tempestivamente”

Benevento| Scontro Provincia- Comune su fiumi, Lipu: “intervenire tempestivamente”

5 Giugno 2017 | by Anna Liguori
Benevento| Scontro Provincia- Comune su fiumi, Lipu: “intervenire tempestivamente”
Attualità
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La Sezione LIPU di Benevento, dopo aver letto i recenti interventi sulla stampa riguardanti la manutenzione idraulica dei corsi d’acqua, non può non ricordare che qualsiasi azione si programmi lungo i fiumi o i torrenti deve tenere conto che questi sono corridoi ecologici fondamentali per la biodiversità. “Il corridoio ecologico è, infatti, una struttura lineare del paesaggio che mette in connessione ambiti naturalistici diversi, grazie ad esso le specie animali possono spostarsi, ma anche quelle vegetali hanno la possibilità di effettuare scambio genetico, venendo a contatto con altre specie e colonizzando nuovi siti. Tali evidenze scientifiche sono oramai assunte come primarie nella pianificazione territoriale e non a caso esse sono alla base del Piano Territoriale Regionale (PTR) della Campania e del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Benevento, piani sovraordinati ai Piani Urbanistici Comunali (PUC).

Tocca però ancora una volta rilevare, soprattutto negli interventi dei rappresentanti del Comune di Benevento, che tali aspetti sono totalmente ignorati. Inoltre nelle sollecitazioni alla Provincia ad intervenire si fa leva su stantie considerazioni riguardanti i fiumi che non hanno nessun fondamento scientifico, come quello dei ratti che popolerebbero i corsi d’acqua, e che invece sono molto limitati nella loro presenza proprio dalla naturalità dei fiumi, perché in un ambiente in cui sono presenti predatori come uccelli acquatici di grandi dimensioni, tipo gli aironi, oppure rapaci diurni e notturni, ma anche bisce d’acqua (le due specie presenti lungo i corsi d’acqua beneventani sono la natrice dal collare e la natrice tassellata) e altri serpenti non velenosi (ad es. il biacco), i quali mangiano anche topi e ratti, questi ultimi non trovano vita facile lungo i fiumi.

Inoltre si è scritto che zanzare e altri insetti proliferano tra la vegetazione dei corsi d’acqua che attraversano la città ed invadono i quartieri circostanti. Se è vero che il ciclo riproduttivo delle zanzare avviene nell’acqua stagnante, c’è da rilevare che la maggior parte delle acque fluviali non sono acque ferme, inoltre tutte le specie di insetti vengono limitate nel numero da altri esseri viventi che popolano l’ecosistema fluviale come ad esempio le rane e gli uccelli insettivori che divorano quantità enormi di zanzare ogni giorno. Ad esempio è stato valutato che in città di medie dimensioni (100-150.000 abitanti) in estate tra balestrucci, rondoni e rondini, queste ultime però solo nel circondario del centro urbano, nei 4-5 mesi di presenza arrivano a mangiare 63 tonnellate di mosche e zanzare (Pavan, 1974). Ne è un esempio l’Oasi della LIPU Centro Habitat Mediterraneo ad Ostia, nel comune di Roma, dove alle spalle del porto turistico è stata creata una zona umida di 20 ettari con 11 ettari di specchio d’acqua, rinaturando un’area alla foce del Tevere – il posto dove è morto Pierpaolo Pasolini – che era diventata un ricettacolo di rifiuti di tutti i tipi con la presenza di circa 200 abitazioni abusive sino all’inizio degli Anni ’90; qui gli insetti non creano problemi agli abitanti degli edifici residenziali che prospettano o che sono nelle vicinanze della zona umida proprio perché l’equilibrio biologico creatosi tra le specie che popolano l’area consente una lotta biologica all’espansione di quegli insetti che possono risultare fastidiosi per l’Uomo, senza bisogno di immettere nell’ambiente insetticidi di derivazione chimica.

Oltretutto ci è toccato di leggere a riguardo dei corsi d’acqua, sempre da parte del Comune di Benevento in un’ulteriore risposta alla Provincia, che “la derattizzazione, disinfestazione e sanificazione attengono all’ASL” come se i fiumi fossero delle fogne. Certo la loro acqua è inquinata, ma se c’è qualcosa che rende ancora sostenibile la vita dei fiumi è proprio un ecosistema in buono stato, con elementi abiotici e biotici e le relazioni che intercorrono tra loro in grado di sostenere e ridurre il carico inquinante che viene sversato nel loro corso. Infatti su una gran quantità di testi che parlano di ambiente fluviale si definisce il fiume stesso come il migliore depuratore, perché grazie alla sua naturalità riesce a realizzare il processo di fitodepurazione, ossia la depurazione tramite le piante. Le sostanze organiche di origine antropica che raggiungono i fiumi tramite le fogne vengono demolite attraverso un gran numero di microrganismi che fanno parte dell’ambiente fluviale, quindi mineralizzate e rese disponibili per le piante che assorbendole grazie alle radici le trasformano in materia vegetale. Per favorire questo processo naturale di depurazione le rive del fiume devono, però, avere un buon livello di naturalità, conseguentemente la presenza della vegetazione riparia è fondamentale così come è importantissimo che il fiume abbia delle rive frastagliate che consentano sia di rallentare la corsa dell’acqua sia di aumentare la superficie di contatto dell’acqua con le piante in modo che queste ultime possano al meglio realizzare il processo di fitodepurazione.

Tutto questo nella maggior parte delle opere di manutenzione idraulica che è stata realizzata lungo i nostri corsi d’acqua non è stata tenuta presente e si tende ad intervenire in maniera integrale distruggendo completamente la vegetazione e rettilineizzando le rive di fiumi e torrenti. La Sezione LIPU di Benevento insiste da 15 anni che siano attuati interventi di manutenzione idraulica che abbiano criteri scientifici, ossia progettati e diretti nella loro esecuzione da esperti non solo nel campo dell’idraulica fluviale ma anche da biologi, naturalisti e altre professionalità utili a realizzare interventi non distruttivi dell’ecosistema fluviale ma veramente utili sia sotto il profilo della sicurezza idraulica sia dal punto di vista biologico, al quale come abbiamo visto sono legati anche risvolti sanitari che non possono prescindere dalla naturalità del fiume.”

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