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Benevento| Mastella l’attendista e i suoi suggeritori

Benevento| Mastella l’attendista e i suoi suggeritori

17 Febbraio 2019 | by Enzo Colarusso
Benevento| Mastella l’attendista e i suoi suggeritori
Attualità
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L’acqua al tetracloroetilene presente nei pozzi delle zone popolari della città. L’attacco di questo pezzo non è a caso. Le zone popolari, Rione Libertà, Ferrovia, Centro storico, vale a dire oltre la metà della popolazione di Benevento, bevono acqua di serie B. Mellusini e in genere Up Town vengono alimentati dal Biferno e dal Serino le cui acque sono di gran lunga più pure. Questo solo basterebbe ad un amministratore che si rispetti per porsi a capo di un vasto movimento di protesta ed esigere da Napoli che tutta la città non viva di discriminazione e tutta abbia acqua della migliore qualità possibile. Appare assai lucida l’analisi di Valentino Soreca, blogger vicino ai Ceppalonici ma dotato di spirito critico e autonomia. Soreca, in sostanza, consiglia a Mastella di farsi portatore di interessi collettivi, che alla lunga potrebbero costituire anche una base solida di partenza per la sua non ancora ben definita campagna elettorale regionale. Invece di attendere i vari esiti delle analisi di Gesesa o di Arpac anticipare i tempi e costituirsi come fulcro di un’azione anche popolare capace di porre il problema nelle sedi che contano. I beneventani lo hanno eletto proprio per la sua immagine di uomo carismatico e capace di imporsi negli ambienti che ha frequentato per anni. E non essendo mestiere suo quello di amministrare, ecco che potrebbe sfoderare le sue qualità più peculiari. Mastella, invece, preferisce attendere, aspetta, nicchia. Qualche suo suggeritore, probabilmente, perchè poi ognuno si tiene i suoi con annessi e connessi, non lo ha illuminato su questo versante e allora ha senso parlare di “corte dei miracoli” che si agita attorno al capo, tutti ben allineati e coperti e molto attenti a non sguarnirsi più di tanto. Il consiglio è quello di battere sul tasto della potabilità che nessuno, a partire dall’Arpac, ha mai messo in discussione. Articoli di giornale che proseguono su questa impostazione laddove il “consiglio” della Barricella e del suo ufficio è quello di fare subito  senza perdere tempo una indagine a tappeto sulle falde acquifere per individuare il grado di inquinamento che si è propagato per almeno vent’anni. Per far questo è obbligatorio chiudere tutti i pozzi, anche quelli di campagna, e procedere. Insomma, i protagonisti sembrano parlare linguaggi diversi e il grado di comunicabilità è scadente. Come scadente è l’interesse della popolazione per un problema gravissimo come questo. Corona ci perdonerà ma vedere non più di una trentina di persone, al netto della stampa presente, venerdi alla presentazione del Comitato è già un segnale di resa all’ineluttabile e una ennesima conferma dell’abulia nella quale ormai si perde la coscienza collettiva di una città imbelle.

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