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Avellino|Fa assumere il figlio in cambio di un favore, ai domiciliari capo dell’Ispettorato

Avellino|Fa assumere il figlio in cambio di un favore, ai domiciliari capo dell’Ispettorato

9 Novembre 2018 | by Redazione Av
Avellino|Fa assumere il figlio in cambio di un favore, ai domiciliari capo dell’Ispettorato
Cronaca
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Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Con questa ipotesi di reato è finito ai domiciliari Renato Pingue, Capo dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro di Napoli. L’arresto nella serata di ieri ad opera dei carabinieri del Reparto Operativo e del Nucleo Investigativo di Avellino. L’operazione è scattata al termine di una complessa attività d’indagine, coordinata dal procuratore capo Rosario Cantelmo, che ha visto i militari dell’Arma in azione anche a Napoli e Pontecagnano-Faiano.

Secondo gli investigatori tale reato si sarebbe consumato in concorso con l’amministratore delegato di un’importante spa irpina operante sul territorio nazionale. Contestualmente, nei confronti di quest’ultimo imprenditore e del legale rappresentante di un’altra società, che opera nel settore della fornitura di manodopera per servizi vari, è stato eseguito un provvedimento di Sequestro Preventivo per equivalente per l’importo di circa 2 milioni di euro.

Per gli inquirenti Pingue, all’epoca dei fatti anche Direttore Provinciale del Lavoro F.F., avrebbe ottenuto l’assunzione di un figlio ingegnere presso la spa irpina in cambio di un favore, nell’ambito di un procedimento ispettivo relativo ad un appalto per la fornitura di servizi tra le due spa colpite dal sequestro preventivo; la prima in qualità di committente e la seconda in qualità di appaltatrice.

Le due spa erano state oggetto di verifica ed accertamento di irregolarità da parte degli ispettori del Lavoro, dipendenti dell’odierno arrestato, che in cambio dell’assunzione del figlio, nel corso del procedimento di accertamento avrebbe dato disposizioni affinché nelle comunicazioni ai lavoratori, venissero omesse indispensabili e obbligatorie informazioni, che avrebbero consentito agli stessi di rivalersi per spettanze e contributi mai percepiti.

Il provvedimento di sequestro preventivo, ha interessato circa 30 conti correnti riconducibili alle due società, per garantire il congelamento di circa due milioni di euro quale profitto derivante da condotte ritenute estorsive messe in atto dai due imprenditori in concorso. In particolare le indagini hanno permesso di evidenziare che i rappresentanti delle società interessate avrebbero a più riprese esercitato forti pressioni, minacciando finanche il licenziamento, nei confronti di numerosi lavoratori per costringerli a firmare verbali di conciliazione a condizioni estremamente svantaggiose.

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