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L’Umberto scatenato

L’Umberto scatenato

23 Febbraio 2016 | by Enzo Colarusso
L’Umberto scatenato
Politica
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Il President crocevia della politica beneventana che conta. Non una novità ma una conferma. Domenica i 5 Stelle, con buona cornice di affluenza, ieri il Pd sponda decariandelvecchiana, la maggioranza dem, e il previsto largo seguito composto da volti scontati ma anche inediti. Capezzone, tra questi, ma anche Camilleri, consuocero di Mastella e poi i nuovi arrivi Quarantiello, De Pierro, Trusio e gli alleati Santamaria e Bello. Una foto veritiera di quello che potrebbe essere il Partito della Nazione in salsa locale. Non potevano mancare i sindacati e una buona fetta di società che conta. De Caro ha fatto da anfitrione e come accadde un anno fa scarso, proprio dallo stesso palco e con gli stessi protagonisti, ha lanciato la volata al suo secondo rampollo politico dopo avere piazzato il primo in consiglio regionale. Umberto si appella a tutta la sua arte oratoria. Come è ormai prassi attacca l’informazione che accusa di dietrologia sfrenata e asfittica e lo fa in abbrivio di intervento come gli capita ormai da parecchio. E’ il gioco delle parti, è tutto ok.  Lancia strali al sindaco, quel “re travicella” come ebbe a definirlo qualche tempo fa, che crede di essersi assicurato i fondi arrivati in città con le sue capacità: errore, è a lui che si deve ogni centesimo e sfida chiunque a Piazza Risorgimento, in un plateale contraddittorio, ad azzardarsi a dire il contrario. A Fausto imputa la spudoratezza di non avere appoggiato Raffaele preferendo il ruolo di capocorrente a quello di miltante leale di partito, perchè il senso di appartenenza non è nelle corde del primo cittadino, troppo “mastelliano” per poterlo comprendere. “Del Vecchio è continuo e discontinuo allo stesso tempo”, sostiene l’Avvocato, “perchè un sindaco che si propone alla città deve saper tenere i buoni percorsi intrapresi e modificare le pratiche non positive rispetto alla pubblica opinione. Umberto non cambia di una virgola la sua impostazione. Non lo ha mai fatto. Il ticket Mortaruolo- Del Vecchio era ed è la sua eredità politica ed anche umana. Due quarantenni, la clausola di ringiovanimento della classe politica, altrove sconosciuto tranne nell’universo pentastellato, che lui ha inserito nel suo testamento. E gliene va dato atto. Con Raffaele ha resistito anche davanti alla prospettiva del candidato unitario, che per un certo tempo si agitava dinanzi, scegliendo la via della temerarietà sfidando i suoi avversari sul terreno delle primarie pur di non concedere loro legittimazione politica. Ed essendo un duro Umberto non lo farà assumendo, come sempre, la responsabilità politica di tutto ciò che si muove nel Pd, accada quel che accada.

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