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Benevento| La favola di Daniel,dallo sgombero della struttura per migranti,per lui una casa e una famiglia

Benevento| La favola di Daniel,dallo sgombero della struttura per migranti,per lui una casa e una famiglia

29 Gennaio 2018 | by Maresa Calzone
Benevento| La favola di Daniel,dallo sgombero della struttura per migranti,per lui una casa e una famiglia
Attualità
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Il centro di accoglienza “Damasco 9” di contrada Ponte delle Tavole di Benevento è stato sgomberato . Si chiude così un paragrafo che ha il sapore della tristezza e dell’emarginazione, che bolla quasi sempre tutti i migranti. Qualche giorno fa, la protesta. In 27 fanno sentire la loro voce, in opposizione ad un provvedimento emesso dalla Prefettura di Benevento, che ha intimato la chiusura del centro e il dirottamento degli occuopanti in altre strutture. Ma la protesta dei 27 migranti, tutti uomini givanissimi provenienti dalla Nigeria,Nuova Guinea, e Costa D’Avorio, non sortisce l’effetto sperato, e oggi la struttura di Ponte delle Tavole viene sgomberata, con un decreto che stabilisce la chiusura  dello stabile e lo smistamento dei migranti in altre strutture della provincia di Benevento,a  San Giorgio del Sannio,Ceppaloni e Montesarchio. Alla base della decisione prefettizia carenze igienico sanitarie e altre  irregolarità riscontrate da controlli effettuati in applicazione delle direttive del Ministero degli Interni.

LA FAVOLA DI DANIEL. TRA I 27 MIGRANTI, LUI ADOTTATO DA UNA FAMIGLIA ITALIANA

Daniel da oggi ha una nuova casa, una vera famiglia e probabilmente quella dignità ritrovata dopo aver  confuso la sua identità tra i tanti, nella mischia nell’accezione di “migrante”. Daniel non seguirà gli altri 26 ragazzi nelle  strutture per migranti, e se per loro l’odissea continua, in un vivere fatto di incertezze, per questo ragazzo di 24 anni della Costa D’Avorio, si apre una casa e un abbraccio fatto di speranza. La permanenza nelle strutture non è semplice, le persone vengono mescolate quasi fossero una cosa sola,ci racconta lo stesso Daniel, che sottolinea” Siamo costretti a vivere e condividere  abitudini e spazi con persone che hanno culture diverse e spesso distanti, siamo accomunati dal fatto di essere considerati migranti, dal fatto di essere simili per il colore della pelle.”

Un’adozione possibile perchè Daniel è maggiorenne,afferma Daniela Basile,che ha accolto nella sua famiglia il giovane,assicurandogli un futuro migliore. Una vicenda che apre ad una riflessione sulle adozioni, e sulle complicazioni generate dalla burocrazia. Se Daniel fosse stato minorenne quasi certamente sarebbe rimasto a lungo in uno SPRAR, perchè l’iter burocratico e le procedure per le adozioni dei minori in questo paese rappresentano un vincolo, piuttosto che un incentivo a dare a queste persone una seconda opportunità di vita. Daniela Basile  invita gli italiani a non chiudersi,  a non trincerarsi dietro i pregiudizi.

 

 

 

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