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“Emergenza Ristorazione”, la lettera dei ristoratori beneventani

“Emergenza Ristorazione”, la lettera dei ristoratori beneventani

24 Aprile 2020 | by Alberto Tranfa
“Emergenza Ristorazione”, la lettera dei ristoratori beneventani
Attualità
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Ecco la voce dei ristoratori beneventani che hanno deciso di unirsi e fondare un gruppo “Emergenza Ristorazione”.

Dopo due mesi di silenzio, di sacrifici, di obbedienza e di rispetto, è giunto il momento di far sentire il grido di disperazione di tutte le attività di ristorazione della città di Benevento, che liberamente e spontaneamente hanno aderito al gruppo “Emergenza Ristorazione”.

Purtroppo, il rischio del fallimento per molte aziende del settore è altissimo, in un’area peraltro già fortemente penalizzata da una atavica depressione del sistema produttivo e turistico.

Abbiamo messo da parte la passione per il nostro lavoro rispettando le sempre più stringenti disposizioni che si sono  susseguite in questo periodo.

 Siamo stati penalizzati dalla nostra Regione che, a differenza del resto d’Italia, ha bloccato sin da subito anche il delivery.

Con l’ordinanza n. 37 del 22 aprile 2020, la Regione Campania,  a partire dal giorno 27, autorizzerà la “consegna a domicilio”, con una serie di restrizioni economicamente e logisticamente talmente onerose da rendere di fatto impossibile operare concretamente in queste attività.

Appare quasi un accanimento mirato e crudele imporre delle condizioni lavorative che, nemmeno nel periodo di massima diffusione del contagio, sono state richieste alle altre filiere produttive mai chiuse.

Siamo vicini alla morte imprenditoriale e non possiamo più tacere.

Dietro ad una attività ristorativa non c’è solo il titolare, ci sono i dipendenti, fornitori, affittuari, famiglie: come si potrà conservare il livello occupazionale e produttivo se si prospetta una riduzione del 70 % della capienza dei locali?

Pertanto, ci uniremo alla manifestazione di protesta organizzata dai movimenti di imprenditori del mondo HO.RE.CA del 29 aprile, che si recheranno presso i loro municipi a consegnare ai sindaci le chiavi dei propri locali, in quanto non sussistono i presupposti economici per il prosieguo dell’attività.

Oggi chiediamo il rispetto e l’attenzione necessaria per il nostro settore, chiediamo una serie di aiuti concreti per non arrenderci, per non abbandonare migliaia di lavoratori all’incertezza di un futuro senza occupazione e per continuare la missione di una vita, quella di regalare sorrisi, sapori e gioia.

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