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Verba volant

Verba volant

30 Agosto 2022 | by Enzo Colarusso
Verba volant
Attualità
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E’ doveroso premettere che ci avviciniamo alla materia con spirito laico, senza coinvolgimenti di carattere dogmatico. E’ doveroso premetterlo perchè l’argomento di cui stiamo per trattare inerisce, seppur alla lontana, il carattere sacro delle affermazioni rese da un personaggio pubblico di livello assoluto tra le mura di una chiesa. Il personaggio è Mastella, la chiesa è niente meno che quella di San Bartolomeo e il giorno è quello della celebrazione del 24 agosto. Da quanto si rileva dalla tassonomica testimonianza di Alfredo Pietronigro, professionista di specchiata virtù e di assoluta credibilità, Mastella si sarebbe paragonato, bontà sua, al Nazzareno e come quello capace di comunicare “qualcosa di buono”. “Se da Nazareth è giunto un uomo che ha guidato il mondo, perché da Ceppaloni non può arrivare parimenti qualcosa di buono e qualcuno che possa guidare la città?”, le parole riportate da Gazzetta di Benevento. Da Nazareth a Ceppaloni è questione di battute. Appare evidente che un uomo di fede come il sindaco avrebbe fatto meglio ad evitare ma Mastella, al contrario di quanto faceva ai bei tempi che furono, va ora a briglia sciolta, dice qualsiasi cosa che gli venga in testa, e in questa circostanza ha agito di impulso. Lo ha fatto però in chiesa e da uomo di reiterata “mitezza cattolica” se ne sarebbe dovuto guardare bene. Insomma, tutto è scivolato via e non c’è stata alcuna presa di distanza da parte della Curia e del Vescovo che era presente a San Bartolomeo. “E’ stata solo una boutade”, ha detto Accrocca a chi glielo ha fatto notare ulteriormente e a distanza di giorni a margine del forum con i vescovi delle aree interne al Centro La Pace. “Una battuta di cui non mi sono nemmeno accorto e che però va presa per quello che è”, sostiene il Presule. “Non intendo essere trascinato in diatribe da campagna elettorale, la vera battaglia da fare è sulle idee. Ci sono queste idee?” Al di la del fatto che non prestasse attenzione a quelle affermazioni, cosa di cui non gli si può dar colpa, la domanda è assai pertinente. Se ne intendiamo l’etimo greco e cioè di una visione dell’intelletto proiettata nell’azione viene da dire certamente di no e la vicenda di cui stiamo parlando ne è una eloquente dimostrazione. Più e più volte abbiamo ribadito che le uniche parole degne di loda e di senso spesso provengano dal Palazzo Diocesano e che se si vuole cercare di capire la complessità del momento bisogna attingere da quella fonte. E proseguiamo a ritenere che sia così, forse, più convinti di prima.

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