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Scarinzi replica a Corona: “inocula veleno nei pozzi, mai avuto nulla a che vedere con lui”

Scarinzi replica a Corona: “inocula veleno nei pozzi, mai avuto nulla a che vedere con lui”

2 Agosto 2023 | by Enzo Colarusso
Scarinzi replica a Corona: “inocula veleno nei pozzi, mai avuto nulla a che vedere con lui”
Attualità
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Luigi Scarinzi replica a distanza alle affermazioni rese ieri da Gabriele Corona in merito ai lavori dell’ultimo Consiglio comunale e a Scarinzi in modo particolare. Corona aveva attaccato il consigliere mastelliano “reo” di avere partecipato da remoto da una località balneare albanese all’assise comunale. E ora arriva la replica corposa del diretto interessato.

“L’unica certezza in questo inizio agosto 2023, oltre alla calura che in taluni casi induce a svalvolare, è che qualcuno ha ultimato gli argomenti “politici” e che per accaparrarsi qualche residuo frammento di notorietà tenta di erodere la rispettabilità dei singoli, senza considerare l’eventualità che tale attività sia rischiosa quanto il lancio di un boomerang. In tanti anni al servizio della comunità mai avevo visto scendere il livello del dibattito politico cosi in basso e pertanto mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni.

Preciso immediatamente al sig. Corona, con il quale non ho mai avuto alcun rapporto né personale né tantomeno politico, che ha inteso dedicarmi le sue denigratorie considerazioni, che il mio reddito, così come quelli di tutti coloro che sono impegnati in attività istituzionali, è regolarmente pubblicato , per legge e ormai da anni,nella sezione trasparenza del sito web del Comune di Benevento e che i compensi dei Consiglieri Comunali di tutta Italia sono disciplinati dall’articolo 82 del TUEL.

Preciso poi che il Consiglio Comunale di Benevento ha approvato all’unanimità, ovvero con il voto favorevole di tutte le componenti politiche che ne fanno parte e quindi ivi compresa anche quella dove il sig. Corona ha trovato dimora alle ultime consultazioni del 2021, senza grandi successi…, la modifica del Regolamento Comunale prevedendo la possibilità di partecipare alle sedute da remoto attraverso una piattaforma certificata. E questo per due motivi. Il primo è per allinearsi alle nuove forme di partecipazione nate dall’epoca Covid e che sono ampiamente utilizzate in tutti o quasi gli ambiti vita, dal lavoro alla formazione e anche alle pubbliche amministrazioni.

Il secondo è per consentire ai Consiglieri di partecipare alle sedute di consiglio se ne sono impediti fisicamente, in quanto costoro hanno il dovere e sottolineo il dovere di partecipare ai Consigli, dare il loro contributo e prendersi le loro responsabilità in quanto rappresentanti del popolo. Ed è per questo secondo motivo che ho ritenuto di partecipare con questa modalità nonostante stessi trascorrendo l’unica mia settimana di ferie dell’anno in Albania e non certo in un posto di lusso come il Corona ha voluto far intendere. E trattandosi di una seduta dove vi erano all’ordine del giorno argomenti importanti e delicati ( dove spesso è più semplice e comodo essere assenti) come le tariffe Tari, la proroga a Gesesa spa e il Bilancio di Previsione è una scelta che rifarei per senso del dovere e di responsabilità verso tutti i cittadini beneventani che da oltre vent’anni mi scelgono come loro rappresentante.

Preciso infine che Corona, accecato dalla sua consueta rabbia verso tutti quelli che non sono allineati al suo modo di fare e pensare, non solo cita cifre senza precisare che sono lorde e quindi da tassare quasi al 50% ma addirittura mi degrada anche nel ruolo professionale che rivesto, facendomi passare da Dirigente a Funzionario. Eppure non lo conosco e non ho mai avuto rapporti con lui, ricordo solo che era un dipendente comunale che molti descrivevano essere dedito ad attività di dossieraggio per conto terzi e che molti amministratori comunali che si sono succeduti nel tempo si lamentavano del fatto che facesse questa attività mentre era al lavoro. Alla fine, dicerie e ricordi che, fortunatamente, il tempo e la volontà popolare hanno spazzato definitivamente via.

Ma aldilà delle sciocchezze che ha scritto, ciò che è estremamente grave e che non comprendo è come sia possibile nel 2023 che il disagio sociale (l’RDC viene sospeso dall’Inps a 169mila percettori con un sms) debba essere ancora utilizzato strumentalmente per legittimare posizioni e fomentare opposizioni.

Io ho una mia ben precisa idea di welfare, avendo ricoperto il ruolo di Assessore ai Servizi Sociali per ben 8 anni e seppure concepisca la transizione ad altro sussidio per contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale come necessaria- stante l’incapienza del Reddito di cittadinanza-reputo indifferibile l’introduzione di un meccanismo di sostegno alle fasce deboli, alternativo all’attuale e di chiara esecuzione.

Personalmente imputo agli ideatori del RDC una incompiutezza di progetto che avrebbero dovuto perfezionare nella fase di collocazione al lavoro dei percettori, difetto che ha generato un sistema sussidiario oggi preteso come permanente. E chiaramente non mi riferisco qui alle particolari casistiche di indigenza estrema o incollocabilità al lavoro, che esigono assistenza continua.

Con la decisione del Governo Meloni di dire addio alla misura di sostegno cresce naturalmente la protesta dei cittadini che vengono privati del reddito e ciò ne determina l’aumentare del caos per quegli enti che si troveranno a gestire il fondo.

Ci anticipano dal Governo che saranno 4 gli strumenti di sostegno economico previsti in sostituzione del RDC, dall’assegno di inclusione ai percorsi di formazione lavoro, fino alla attivazione di una card per gli acquisti alimentari, misure condizionate dal possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, e sulla base dell’Isee e della situazione reddituale, e che l’attuazione sarà di competenza degli Enti a tanto preposti.

Ritengo che procurare allarmi non favorisca nessuno e sia dannoso per la politica, quanto per le fasce deboli di questa città e finanche per i professionisti che andranno ad occuparsi nel concreto del problema, ai quali esprimo la mia incondizionata fiducia di cittadino e amministratore.

In conclusione, un’Altra Benevento sarebbe stata e sarebbe davvero possibile in assenza di condanne in contumacia che sterilmente inoculano veleno nei pozzi e creano inciampi che forse rallentano, ma ad oggi mai hanno impedito il percorso di una politica vera, onesta e specchiata dedita alla città.”

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