Ponteggi allestiti stamattina alle 8, il campanile di Santa Sofia presto sarà ingabbiato per permettere i lavori di riduzione del rischio sismico approvati con apposito atto di determina dirigenziale del Settore Lavori Pubblici e rientrante nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’importo complessivo di 770mila euro, di cui 520mila euro per le lavorazioni e altre somme per rispondere a oneri di sicurezza e fiscali.
Nelle intenzioni dell’Amministrazione quello di ridurre l’impatto consequenziale di una scossa tellurica e quindi di irrobustirene la struttura e vieppiù renderla aperta anche al pubblico, almeno il primo piano, per fare in modo che il monumento sia fruibile dalla comunità. “La rilevanza dell’intervento inciderà positivamente sull’intera area del complesso monumentale di Santa Sofia patrimonio Unesco”, evidenziano l’assessore alle Opere pubbliche Mario Pasquariello e l’assessore alla Cultura e all’Unesco Antonella Tartaglia Polcini
Nulla da eccepire sulla giustezza dell’intervento ma è la tempistica che in un certo qual modo lascia perplessi; stando agli umori raccolti tra la gente cominciare alle porte della Pasqua a molti non è sembrata oggettivamente una scelta condivisibile. Magari attendere martedi 22 non sarebbe stata idea blasfema
Già in passato l’area di Santa Sofia è stata interessata da indagini in particolar modo del suo sottosuolo. Era il progetto PRIN acronimo di progetti di rilevante interesse nazionale targate Università del Sannio, in concerto con l’università di Padova. Uno studio che mirava a valutare la reazione dei monumenti storici, nell’occasione campanile e poi chiesa di Santa Sofia, ad eventuali movimenti tellurici passando proprio dall’analisi del sottosuolo.