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Omicidio Gioia, l’amica di Giovanni: mi aveva detto che avrebbe ucciso la famiglia di Elena ma non gli ho creduto

Omicidio Gioia, l’amica di Giovanni: mi aveva detto che avrebbe ucciso la famiglia di Elena ma non gli ho creduto

23 Febbraio 2022 | by Redazione Av
Omicidio Gioia, l’amica di Giovanni: mi aveva detto che avrebbe ucciso la famiglia di Elena ma non gli ho creduto
Cronaca
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Chi era al corrente dell’intento omicida di Giovanni Limata nei confronti della famiglia della fidanzata Elena, volontà che il 23 aprile scorso si è trasformata nell’uccisione, con 14 coltellate, di Aldo Gioia? Chi aveva degli elementi, delle confidenze, e non ha avvisato subito le forze dell’ordine e la stessa famiglia avellinese per metterla in guardia? È quanto questa mattina si è cercato di mettere in chiaro nell’udienza in Corte d’Assise per il processo che vede imputati proprio i due fidanzatini: il 23enne di Cervinara e la 18enne di Avellino, figlia del dipendente 53enne della Fca, colpito a morte nella sua abitazione, grazie alla complicità della ragazza, e deceduto poco dopo al Moscati. 4 le donne ascoltate, oltre all’ex comandante della stazione dei carabinieri di Cervinara. La prima ad essere ascoltata è stata Selina Nanni, 17enne che vive nel comune caudino e conosce il ragazzo, e ha affermato che dalle conversazioni in chat con Giovanni l’intento omicida era evidente. Lei gli aveva fatto delle domande dopo aver visto sullo stato di WhatsApp la scritta Countdown. La sua testimonianza, però, è apparsa un po’ farraginosa oltre che a tratti contraddittoria. “Alla fine si è aperto – ha dichiarato – e mi raccontato che doveva uccidere tutta la famiglia di Elena ma non gli ho creduto”. La giovane, però, si è contraddetta più volte, soprattutto in merito al periodo di frequentazione con Giovanni Limata. “Dopo che il delitto era avvenuto ho sentito nuovamente Giovanni e lui ha detto che avrebbe voluto fare molto di più…”. E ancora, incalzata dal pm Russo, Selina Nanni ha aggiunto: “Sara Clemente – la ragazza che con la madre Sonia Guerriero è andata a prendere il ragazzo ad Avellino la sera del delitto – mi disse dell’omicidio e mi chiese di inviarle gli screenshot delle chat intercorse con Giovanni Limata”. Ma poi ha affermato che a chiederle di andare a recuperare il ragazzo è stata proprio lei. Infine alla domanda specifica del Pubblico Ministero, la ragazza moldava si è contraddetta nuovamente, affermando che la sua richiesta di andare a prendere Limata era avvenuta prima del delitto, intorno alle 21, proprio per evitare che l’omicidio si compisse. Insomma, una deposizione la sua in contrasto anche con la precedente testimonianza della stessa Sara Clemente che, invece, avrebbe detto a Selina Nanni che se sapeva di queste intenzioni avrebbe dovuto portare le chat in caserma.

Ascoltate, poi, la mamma di Selina, Ambrosia Preziosi, che ha dichiarato di non conoscere nessuna delle persone coinvolte nella vicenda, e le amiche di Liana Ferraiolo moglie di Aldo, Erminia Renzulli e Loredana Urciuoli. Entrambe hanno spiegato come la famiglia Gioia fosse serena e che Elena fosse cambiata da quando avevano saputo di questo rapporto con il 23enne, più chiusa e poco incline al dialogo con tutti. Significativa, poi, la ricostruzione della personalità del Limata in base agli episodi registrati, da parte del luogotenente dei carabinieri Contini, all’epoca dell’omicidio comandante della stazione di Cervinara. L’aggressione ad una minorenne, la querela per minacce ricevuta da parte del padre di un a ragazza che voleva lasciarlo, il tentativo di suicidio perché il rapporto con Sara Clemente era osteggiato dal padre di lei, tanto che Limata era arrivato anche ad affrontare l’uomo armato di coltello. Stamane in aula erano presenti sia Elena, così come la mamma Eliana Ferraiolo e la sorella Emilia.

La prossima udienza è fissata per il 30 marzo.

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