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Carcere Ariano Irpino, detenuto beve candeggina e ingoia lamette: la denuncia della Uilpa

Carcere Ariano Irpino, detenuto beve candeggina e ingoia lamette: la denuncia della Uilpa

18 Aprile 2024 | by Redazione Bn
Carcere Ariano Irpino, detenuto beve candeggina e ingoia lamette: la denuncia della Uilpa
Cronaca
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Un detenuto della Seconda Sezione con problemi di natura psichiatrica sembrerebbe abbia bevuto della candeggina e ingoiato delle lamette, con successivo immediato invio al pronto soccorso di Avellino dove ha continuato a causare ulteriori difficoltà.

A darne notizia Stefano Sorice Segretario Locale UILPA Polizia Penitenziaria Ariano
Irpino.

È accaduto nella serata di ieri, il soggetto in questione più volte è stato segnalato proprio per i comportamenti posti in essere che, da quando ha fatto ingresso nell’istituto arianese, costantemente sono causa di turbamento dell’ordine e della sicurezza

Questa Organizzazione Sindacale ha denunciato in maniera assidua le problematiche legate
all’incompatibilità dei detenuti con problemi di natura psichiatrica in un contesto come quello del carcere.

La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e l’istituzione delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza si sono rivelate assolutamente insufficienti, sia sotto il profilo concettuale sia sotto quello strutturale e quantitativo e, intanto, questa tipologia di detenuti viene lasciata alla gestione dell’esiguo numerico di Poliziotti Penitenziari non formati né giuridicamente deputati a trattare efficacemente tali soggetti.

Nonostante la nostra continua richiesta a gran voce di un immediato intervento dei vertici
dell’amministrazione penitenziaria, ancora non si vede uno spiraglio tantomeno un accenno di interesse.

La C.C. di Ariano non dispone di presidi psichiatrici, di esperti nè di sezioni dedicate al trattamento di tale detenuto e, di conseguenza, nel tentativo di affrontare le consuete criticità causate dallo stesso talvolta si rischia che vengano trascurate eventuali esigenze di altri reclusi aumentando, non di poco, il carico di lavoro del poliziotto penitenziario.

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