Sarà un’indagine congiunta tra carabinieri e polizia coordinata dalla Procura di Avellino a cercare di fare chiarezza sui due attentati a colpi d’arma da fuoco che nei giorni scorsi hanno sconvolto il comune capoluogo e la sua cintura urbana. E a verificarne i possibili collegamenti che sembrano emergere tenuto conto del luogo dove si è consumato il primo agguato e della ravvicinata esecuzione temporale dei due episodi.
Da una parte sono in campo i carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale che stanno effettuando approfonditi accertamenti sul ferimento, alla parte posteriore della spalla, di Luigi Valente. Il 19enne di Capocastello, figlio di Carmine detto Caramella affiliato al nuovo clan Partenio ora in carcere, colpito da una 7,65 a Rione Mazzini, mentre, a suo dire, a piedi stava raggiungendo la fidanzata.
Un tratto di strada non distante dal circolo “Yuppi” gestito dall’altra vittima, Ezio Peluso detto ‘O Topone, 41enne residente nello stesso quartiere che la scorsa sera, a 48 ore di distanza, è stato gambizzato ad Atripalda, prima di risalire nella sua Smart. Auto con la quale poi da solo sarebbe arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Avellino.
A sparare, in questo caso, sembrerebbe essere stata una pistola calibro 22. Una sorta di avvertimento, dunque, rispetto a qualcosa che, probabilmente, non avrebbe dovuto fare. L’impressione è questa, considerando la repentinità della risposta, se una risposta è stata al precedente ferimento. Su questo episodio procede la Squadra Mobile della Questura di Avellino.
Avviati i controlli nell’auto, per il 41enne anche la prova dello stub, per verificare se nei giorni precedenti aveva sparato. L’uomo è stato dimesso ieri dall’ospedale dopo che i medici gli hanno estratto il proiettile dalla gamba destra e lo hanno tenuto per un giorno in osservazione.
La pista della vendetta, del botta e risposta, insomma, sembra prendere corpo. Ma a dare maggiori elementi agli investigatori sarà l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza nei due luoghi degli agguati. Dai frame potrebbe venire fuori l’indicazione sui responsabili.
Intanto, nell’attività investigativa complessiva sui fatti che hanno alzato il livello di allarme criminalità tra Avellino e il suo hinterland non si può escludere neanche la bomba carta fatta esplodere davanti all’enogastronomia di Atripalda, Fior di Bontà. Appena ieri il prefetto Rossana Riflesso ha voluto mandare un messaggio alla comunità per rasserenarla sull’entità criminale degli episodi e la massima attenzione profusa dalle forze dell’ordine. Ma solo risultati rapidi nell’attività investigativa potranno davvero far rientrare quella percezione di insicurezza che si respira in questo momento.