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Venerdi 1 Marzo si inaugura la mostra di Raffaele Bova ‘Antologica’

Venerdi 1 Marzo si inaugura la mostra di Raffaele Bova ‘Antologica’

27 Febbraio 2024 | by Redazione Bn
Venerdi 1 Marzo si inaugura la mostra di Raffaele Bova ‘Antologica’
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Sarà inaugurata presso il Museo ARCOS di Benevento venerdì 1 marzo, alle ore 11,00 la mostra RAFFAELE BOVA. Antologica 1972-2022, curata da Ferdinando Creta e Massimo Bignardi, promossa dalla Provincia di Benevento in collaborazione con il Museo-FRaC Baronissi

In esposizione oltre quaranta opere che tracciano un percorso artistico che copre cinquanta anni: dalle tele dei primi anni Settanta all’ampia documentazione delle azioni e delle performance realizzate da Bova negli anni Settanta e Ottanta, ai cicli pittorici naturalistici, quali “il pioppo sposa la vite”, di recente presentato nella trasmissione televisiva di RAI3, alle opere dei “codici a barre”, a quelli recenti come “Presenze”.

Inoltre tre grandi installazioni, tra queste quella dedicata a Enrico Crispolti, realizzata all’indomani della morte del celebre storico e critico d’arte contemporanea. Una mostra che è stata organizzata e promossa nella primavera del 2022 dal Museo FRaC Baronissi.

L’ironia, rileva Ferdinando Creta nel testo al catalogo che accompagna la mostra, è la “ traccia indelebile che, prontamente, Enrico Crispolti seppe, di lì a pochi anni, nel 1976, documentare in occasione del Padiglione italiano “Ambiente come sociale” della Biennale veneziana del 1976, unitamente ad altre esperienze casertane e campane: in tal senso penso a quelle del Gruppo Salerno75, dell’A/social Group, sulla cui scia troveremo successivamente la significativa attività estetica e politica del Collettivo Lineacontinua Terra di Lavoro. […] La presenza di una ironia pungente, priva di corrosive metafore ma sempre pronta a declinare con leggerezza calviniana il confronto, senza vena polemica, resta la cifra nella sua pittura e questo a partire dalle prove più significative degli anni Ottanta e, successivamente dai cicli che hanno segnato le esperienze dal decennio Novanta ad oggi: dai lirici paesaggi, ai “codici a barra”, ai “reperti non archeologici” ai “pan-demos” una ricca serie di piccoli e grandi dipinti realizzati nei due anni della tragedia segnata dal COVID19. Il termine ‘ironia’ ci suggerisce anche il recupero della memoria, ad un’altra grande stagione espositiva che ha attraversato l’area casertana all’indomani del Sessantotto: le mostre “Perché la pittura?” (1970), “Perché l’ironia?” (1972), “Ricognizione Settantuno” (1971) e l’indimenticabile “Arte-impegno ‘74” allestita al palazzo del Liceo a Caserta. Pagine che segnalano la vivacità di un territorio.

“La traccia sulla quale si muove questa mostra antologica, ricostruttiva di poco più di cinquant’anni di operatività creativa – avverte Bignardi nel saggio che introduce la monografia apparsa di recente e pubblicata per i tipi della Gutenberg Edizioni –, si articola su linee parallele: da una parte, l’attività performativa, le azioni, gli interventi per il sociale, realizzati anche all’interno dell’attività del Collettivo Lineacontinua Terra di Lavoro, che segnano principalmente gli anni settanta; dall’altra, la passione per il medium della pittura, la sua tradizione che, dalla prima metà degli ottanta, con maggiore maturità, scorre fino ai nostri giorni. Voglio dire che le azioni, le performances, unitamente ai dipinti eseguiti, all’indomani dell’invito alla mostra “Il tempo del Museo Venezia. Tema cronografico per architetti e artisti”, primo progetto speciale della Biennale di Venezia, del 1980, sono facce di un’unica medaglia. Cioè, specchiano una riflessione che tiene insieme sia l’interrogare la natura dell’arte – chiedendosi: “Cos’è arte?” – sia l’esperienza della pittura, in quanto, accogliendo il pensiero di Kosuth, “tipo d’arte” suo operare, indirizzato, più tardi, alla lettura di tracce, spesso ancestrali, quali le simbologie legate al mondo della fornace, oppure della iattura”.

L’inaugurazione, alla presenza del Presidente della Provincia Nino Lombardi, dell’artista e dei curatori, sarà arricchita da Flussi musicali eseguiti dal maestro Vanni Miele al contrabasso e live electronics.

La mostra resterà aperta fino a domenica 14 aprile.

RAFFAELE BOVA è nato a Frignano, in provincia di Caserta, nel 1946. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli dove è allievo di Domenico Spinosa.

Nel 1970 con la partecipazione alla rassegna “Giovani Pittori”, allestita presso il Centro Sud Arte di Scafati ha inizio la sua attività espositiva. Nel 1972 è tra gli artisti invitati a “Perché l’ironia?”, esposizione tenutasi nel Salone delle Mostre della Camera di Commercio di Caserta, con interventi critici di Crispolti, De Micheli, Marchiori, Vivaldi e Ruju.

Nello stesso anno Bova allestisce due personali, una presso il Centro d’Arte CZ di Aversa, l’altra, intitolata Vita Morte (Miracoli) del Surrealismo: Raffaele Bova – Salvador Dalí, presso lo Studio Junk Culture di Caserta.

Nel 1974 allestisce, invece, N.U. presso Il Guizzo di Caserta e, sempre in città, l’azione/performance Operazione CE(S2)O, anticipazione del suo impegno per il sociale e l’ambiente. In questa direzione, alla metà degli settanta, con Peppe Ferraro, Livio Marino, Aldo Ribattezzato e Antonello Tagliafierro, fonda il Collettivo Lineacontinua Terra di lavoro, operando intensamente, tra il 1976 e il 1979 nel territorio casertano, in collegamento con altri gruppi e singoli operatori estetici campani, la cui aggregazione riguardo alle problematiche del lavoro culturale rappresenta una delle vicende più interessanti della cultura artistica non solo meridionale.

All’interno del gruppo Bova mantiene, comunque, una sua specificità, contraddistinto da una vena dissacratoria e provocatoriamente ironica nei confronti delle forme di potere, come testimonia, ad esempio il ciclo di opere e azioni dedicato alla Lira.

Gli anni ottanta, invece, si aprono con l’invito a partecipare alla sezione speciale, “Il tempo del museo Venezia”, curata da Ugo La Pietra, della Biennale di Venezia del 1980, nella quale espone Ricordi di una porta (Duchamp non c’entra) dalla toilette uomini della Biennale di Venezia, ricontestualizzando la toilette del Padiglione italiano, all’interno del percorso espositivo.
Gli anni successivi segnano, come per molti altri compagni di viaggio, un graduale ritorno alla pittura, approdando ad una semantica piena di lirismo, grafismi e simboli alfanumerici, in bilico tra realismo e declinazione astratta. In questo periodo l’artista partecipa a mostre quali “Immaginario Riflesso”, curata da Massimo Bignardi, all’interno delle attività della Cattedra di Storia dell’arte contemporanea dell’Ateneo salernitano e allestita nel 1982, dapprima a Teggiano, in autunno al Museo Provinciale di Salerno, nell’ 1983 agli Arsenali di Amalfi e al Belvedere di San Leucio a Caserta; “Campania Felix ‘83”, rassegna curata da Enzo Battarra e allestita a Castel dell’ Ovo a Napoli; la “X Expo Arte” di Bari e a “Osservatorio Vesuviano.

Ripe ‘86”, curata da Massimo Bignardi ed Enrico Crispolti, allestita nel centro storico di Ripe San Ginesio, nelle Marche. Numerose sono anche le personali tra cui si ricordano: Il fuoco brucia e il fumo sale, con Enzo Navarra, nel 1982 presso la Galleria San Carlo di Napoli e Ricordi di una porta (Duchamp non c’entra), Galleria Mercato del Sale, Milano, entrambe del 1983.

Al 1990 risale invece il progetto RETROGUARDA, tenutosi presso lo Studio Il Castello, di Maddaloni (CE), successivamente a Piazza del Popolo a Roma e all’ingresso dell’Artefiera di Bologna: interventi nei quali l’artista conferma la sua vena polemica e dissacratoria, questa volta nei confronti del stesso sistema dell’arte. Tendenza che attraverserà buona parte della sua successiva produzione sia in campo pittorico che installativo-comportamentale, in quelle che saranno le sue attività contro la società dei consumi, la camorra e l’inquinamento delle terre del fuoco. A tal proposito si ricordano Dalla matrice al codice il quadro è fatto.it, allestita presso la Facoltà di Architettura L. Vanvitelli di Aversa, nel 2010; Terra dei Fuochi e Sole (fuoco fumm cenere e pizza) presso il MAC3-Museo d’Arte Contemporanea di Caserta, nel 2014; Danza dei sacchi, Nasceranno nuovi fiori, happening realizzato a Casapenna (CE) nel 2016 e il progetto per la scultura, mai realizzato, Uomo Perfetto, monumento all’idiozia inquinante dell’uomo moderno.

Ha insegnato presso il Liceo Artistico di Aversa. Viva e lavora a San Marcellino (CE).

A settembre del 2021, Museo Archeologico di Calatia di Maddaloni, ha ospitato una sua mostra personale, mentre del 2022 è la grande mostra antologica allestita al Museo-FRaC Baronissi; nel 2023 è la presenza alla collettiva promossa dal Museo del Calzado, Elda Alicante Spagna; alla Galleria Ingenito contemporary art (Napoli-Milano); Arte in Nuvola, Roma con la Galleria Ingenito contemporary art e alla trasmissione televisiva “Avanti Popolo” Rai tre.

Di recente la Biblioteca Provinciale di Salerno ospita una mostra dedicata al disegno e alle incisioni.

 

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