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Economia, rapporto OBI: male Benevento, segno più per Avellino

Economia, rapporto OBI: male Benevento, segno più per Avellino

20 Marzo 2019 | by Alberto Tranfa
Economia, rapporto OBI: male Benevento, segno più per Avellino
Economia
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Crescita zero per Benevento, numeri più incoraggianti per Avellino. E’ quanto emerge dal rapporto Obi, Osservatorio banche e imprese presentato a Roma durante il convegno: “Il Mezzogiorno tra divari e sviluppo.  L’economia delle province italiane e dei comuni del Mezzogiorno, stime 1995-2018 e previsioni al 2023”.  E proprio quest’ultimo aspetto restituisce una visione particolarmente negativa per Benevento che viene additata come una delle quattro province (Agrigento, Nuoro e Potenza le altre) a crescita zero per i prossimi 5 anni. Segno più, invece, per Avellino, dove le stime del rapporto indicano una crescita media del valore aggiunto del 0,7%. Un dato in linea con quello regionale: secondo l’Obi, infatti, il valore aggiunto in   Campana tra il 2019 e il 2023 crescerà dello 0,7% all’anno. Nel Mezzogiorno sarà Matera la provincia a crescere di più (1,4%) grazie ai benefici derivante dalla sua designaziona a Capitale europea della Cultura, seguit da quella di Crotone, per la quale si prevede una crescita intorno al punto percentuale. Casi isolati perché l’intero contributo del Sud Italia all’economia italiana continuerà a diminuire rispetto ai primi anni del nuovo millennio. Se nel 2000 il 24,7% del valore aggiunto nazionale era prodotto nelle regioni del Sud Italia, nel 2018 questo contributo si è fermato al 22,8% con una stima per il 2023 fissata al 22,6%. Un crollo di oltre due punti percentuali in 20 anni, causa, ma anche effetto, delle negative dinamiche socioeconomiche registrate nel Mezzogiorno in questi anni, tra le quali il calo dell’occupazione  e la crescente migrazione di giovani del Sud (negli ultimi 16 anni quasi 600.000).
Una situazione non proprio rosea, ma non per tutti. Il presidente di Confindustria Benevento, Filippo Liverini, infatti, nel commentare i dati ha sottolineato come lo studio dell’OBI, spesso smentito dai fatti, possa essere, più che altro, uno stimolo per fare in modo di continuare sulla strada della coesione istituzionale e della programmazione strategica per un territorio che ha voglia di crescere e che ha le carte in regola per poterlo fare.”

 

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