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Il destino di Raffaele tra De Caro e Fausto

Il destino di Raffaele tra De Caro e Fausto

3 Marzo 2016 | by Enzo Colarusso
Il destino di Raffaele tra De Caro e Fausto
Politica
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Sussurri e grida dal mondo della politica.  Mentre all’interno del Pd ci si dilania a colpi di comunicati stampa al vetriolo anche i presunti compagni di viaggio dell’ultim’ora cominciano a guardarsi intorno e a valutare orientamenti diversi. Pare che Gianvito Bello e Gennaro Santamaria abbiano avviato contatti insistenti  con Mastella. Un legittimo giro di orizzonti, specie di questi tempi pregni di sana vocazione alla piena e totale libertà di manovra. Clem, da parte sua, prosegue la sua altrettanto legittima perlustrazione del territorio e conferma che la volontà di concorrere a giugno c’è tutta. Il suo obiettivo è il 2018 ma Benevento è importante perchè si possano mettere le basi solide al gran ritorno nella politica che conta. Nel frattempo sonda il campo, annusa l’aria, innervosisce gli avversari con il suo iperattivismo, promette. Fa Mastella, per dirla in breve. E sente l’odore del sangue. Anche perchè il suo grande avversario è alle prese con un interlocutore interno al quale ha promesso la guerra senza quartiere. E di annientarlo, se possibile. Pare di capire che la eliminazione del dissenso interno sia più importante della vittoria elettorale per un De Caro forse mai apparso così vulnerabile. C’è chi azzarda che il suo nervosismo derivi dal fatto che non riesca a mettere insieme più di 4 o 5 liste, una considerazione un po eccessiva e che va presa “cum grano salis”, epperò il clima che si sta addensando attorno a Raffaele Del Vecchio non appare dei più promettenti. E questo genera forti preoccupazioni in Nino. Umberto tutto teso a liberarsi dei lealisti e che per raggiungere questo obiettivo sarebbe anche disposto a sacrificare Raffaele. Difficile a credersi eppure possibile. Per comprendere il Pd decariano, a nostro avviso, è bene affidarsi ad un compendio di antropologia culturale. In esso la devozione assoluta al capo è regola aurea, ineludibile. Per stessa ammissione di Umberto chi si frappone tra se e l’obiettivo non ha grandi possibilità di sopravvivere politicamente: è destinato a soccombere. La guerra, un tempo solo carsica, è affiorata virulenta ed allora cosa dovrebbero fare Nino e Raffaele per non finire a far la parte dei vasi di coccio tra vasi di ferro? Affidarsi alla possibile grande prova delle primarie che aiuterebbe a rivalutare le chance di Raffaele nei confronti del quale a più d’uno assale il tarlo della scarsa fiducia. E sperare che la coalizione si ricompatti con le new entry, magari riprendendo in groppa l’Udc, e magari anche qualche antagonista in cerca di rivincite. Lista pd del vecchio

 

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