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Decariani e Lealpepisti separati in casa

Decariani e Lealpepisti separati in casa

20 Marzo 2016 | by Enzo Colarusso
Decariani e Lealpepisti separati in casa
Politica
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Sussurri e grida dal mondo della politica. Appare chiaro che le posizioni all’interno del Pd sannita vadano cristallizzandosi. I blocchi contrapposti, sembra, che abbiano poco o nulla da dirsi in aggiunta a quanto non si siano già detti nei giorni precedenti e se ci fosse stato ancora qualche dubbio, ecco, che ogni incertezza, ogni illusione, l’ha tolta lo stesso De Caro che sabato ha riunito i suoi vertici per ribadire che indietro non si torna e che sulla questione della monolista ogni discorso è chiuso.  “Noi non cacciamo nessuno e lavoriamo per l’inclusione”, ha detto ieri Umberto, non al massimo della forma, almeno in apparenza. Il che, in linguaggio decariano, sta a significare che se i lealpepisti se ne vanno è loro assoluta responsabilità. Certo che se ne andrebbero con un gruzzoletto di voti che di questi tempi appare difficile da rifiutare ma è chiaro, e lo era anche prima, che per Umberto le sfide personali valgono molto di più di quelle politiche e ciò sapevano i Del Vecchio. Pepe e i suoi pasdaran, d’altro canto, alla lista parrebbero non voler rinunciare. La strategia è quella di andare a formare un’area deluchiana che faccia diretto riferimento al governatore in persona e per questo, nei giorni passati, Fausto si è visto spesso a Napoli e dalle parti di Santa Lucia in particolare. Eppure accreditarsi come diretta espressione del presidente della regione non basta. I lealisti, ma sembra che la denominazione sia superata dalle dinamiche politiche attuali, lavorino per un’area che si accrediti in modo credibile anche al cospetto del Pd regionale e nazionale. Parrebbe che il dottor Faust stia alle prese con un documento in base al quale si chiede una lista e il riconoscimento quale area diversa da quella ufficiale da sottoporre all’attenzione delle segreterie regionali e nazionali. E parrebbe anche che ci sia già un nome intorno al quale imbastire un ragionamento e quel nome risponderebbe a Gino Abbate.  Ma non è escluso che salti fuori anche qualche altra opzione alternativa. E tuttavia al di la di nomi e liste il lavoro attuale dei pontieri è quello di annodare possibili soluzioni in apparenza impossibili. Perchè l’obiettivo dei dissidenti del Pd decariano, per un primo turno forte, è quello di raggiungere almeno il 15%, cifra stratosferica, ma è la stessa che consentì a Lealtà di essere determinante nella tornata del 2011. De Luca avrebbe posto questa condizione precisa. Ecco che la lista di Fausto, se ci sarà, dovrà allargare le proprie maglie e drenare i consensi di un elettorato di centro che ora come ora è pure quello di Ucci e del lanciato Tibaldi. Per non parlare di Mastella che sapientemente non attacca Pepe e neppure il Pd ed anche lui è alle prese con l’esigenza di trovare sponde che irrobustiscano il suo proverbiale ma un po logoro zoccolo duro. Una di queste sono i cento giovani e rotti radunati al Traiano ma ovviamente non basta. Clemente getta reti dappertutto, anche in direzione di De Luca , e come Fausto pensa che si vada con una certa dose di sicurezza al ballottaggio. E’ li che si coagula il fronte antidecariano.            salta-de-caro

 

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