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Scripta manent, e De Caro torna De Caro

Scripta manent, e De Caro torna De Caro

8 Agosto 2016 | by Enzo Colarusso
Scripta manent, e De Caro torna De Caro
Politica
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BENEVENTO- De Caro in gran spolvero allontana da se il dubbio che possa essere affaticato e rilancia: non replico al sindaco di Benevento ma mi limito a registrare gli atti, unico riferimento per affrontare in modo serio le questioni. E le questioni sono quelle di sempre: il ristoro per i danni dell’alluvione, i lavori dell’alta capacità e lo stanziamento dei fondi per il teatro comunale su cui De Caro ci tiene a specificare sono di emanazione del suo ministero e non di quello dei Beni Culturali. Il Sottosegretario ha ripreso il suo piglio. Ha archiviato la sciagurata stagione elettorale ironizzando su chi lo definisce “bollito” e passa a quell’esercizio dei numeri che rappresenta il brand del suo logos politico. “Faccio il vostro passacarte”, dice tagliente alla stampa che ama poco, fatta qualche debita eccezione, e cita il Consiglio dei Ministri del 29 luglio che riporta come, ad oggi, la Campania e la Provincia di Benevento colpita dall’esondazione del Calore abbia in dotazione 355 milioni di euro  interi e che la dichiarazione dello stato di emergenza è del 6 novembre 2015 prorogata al 31 ottobre 2016. Tabelle inconfutabili perchè ufficiali. “Se le carte che vi cedo mentono mente di conseguenza il Governo che le ha redatte” e via discorrendo. Umberto parla per quasi un’ora. Non cita mai Mastella ma invita tutti ad uscire dalle secche di una campagna elettorale ormai chiusa. E c’è da credergli. Chi lo conosce sa che ha barcollato. Sa bene che quella infausta data del 20 giugno è anche da ascrivere ad una sua errata lettura della contingenza ma lui non lo ammetterà mai. Ora è di nuovo sulla tolda e la conferenza stampa, che non intende contro nessuno ma solo in funzione del ristabilimento della verità delle carte, ci restituisce l’Umberto di sempre, magari ancora non del tutto “compos sui” per quel che attiene alla capacità di attaccare a fondo, ma sulla strada giusta per ribadire che il PD è ancora nelle sue mani. Col referendum alle porte è il momento di serrare i ranghi, è il momento che il capo torni a ruggire.

 

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