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Benevento| L’ultima battaglia di Mosè

Benevento| L’ultima battaglia di Mosè

31 Marzo 2021 | by Enzo Colarusso
Benevento| L’ultima battaglia di Mosè
Politica
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Nel giorno di Luigi Diego Perifano che rompe gli indugi e si rivolge direttamente ai suoi interlocutori che lo vorrebbero candidato sindaco di Benevento contro Mastella, torna a far sentire la sua voce anche Claudio Mosè Principe. Clamorosa la sua decisione di allontanarsi dal sindaco in carica, anche se lui dice che con Mastella i contatti erano interrotti da tempo. Ma si sa Claudio è un personaggio assai sui generis, borderline, a tratti anche naif ma dannatamente utile quando si tratta di imbastire liste e, quasi sempre, portare alla vittoria la parte cui si dedica. E’ anche un gran “millantantore” di imprese straordinarie, con una spiccata tendenza all’iperbole, ma sostanzialmente è uno che sta con chi vince. Prova ne è il fatto che quasi tutti ne richiedano i servigi tranne poi accogliere con malcelato snobismo il momento in cui decide di levar le tende. La partenza da Mastella, o dalla sua orbita per meglio dire, è stata trattata in modo silente dall’entourage del sindaco, stampa compresa, quando non con aperta diminutio quasi a considerare quel passaggio qualcosa da cui liberarsi alla svelta e chi si è visto si è visto. Ora Mosè vira verso il fronte opposto al sindaco, un fronte i cui connotati non sono ancora ben delineati, ma la prospettiva perifanea lo affascina molto perchè si considera amico personale dell’avvocato e molto perchè ne intravvede il profilo dell’unico in grado di sfidare e pure sconfiggere Mastella. Della cui concezione della politica e dei rapporti umani Principe ha un concetto assolutamente negativo. “Abbiamo visioni della politica diverse, dice, una mentalità diversa. Lui è un leader nazionale ma noi abbiamo il diritto di difendere le nostre opinioni. Ha ridotto Benevento ad una succursale di Ceppaloni ma quello che lo rende intollerabile  è che lui divide i cittadini tra coloro che gli sono a favore e coloro che gli sono contro. Ha cambiato 9 assessori in 5 anni , si è sbarazzato di gente come Erminia Mazzoni e come Amina Ingaldi, un autentico insulto, sostiene. E’ dirimente e questo non permette una sana e corretta amministrazione. Occorre liberare la città non tanto da Mastella ma dal mastellismo, da quella visione familistica del potere che non va bene e da una ingerenza pesante dei “fedelissimi di Ceppaloni” che filtrano ogni contatto e rappresentano pretoriani potenti nel sistema di potere mastelliano”. Per lui prima ce ne si libera e meglio è ma a vantaggio di chi e di cosa? Principe ritiene il blocco alternativo a Mastella assai interessante. Accanto alla spina dorsale politica costituita da PD e Cinque Stelle, la società civile che si articola nei cartelli civici capitanati da Civico 22 per il quale ha parole di stima. Per la verità i suoi nuovi compagni di avventura lo hanno accolto non senza diffidenza. “Abbiamo regole di ingaggio assai nette” disse la “pentarca” piddina Antonella Pepe, mettendo in guardia Mosè da velleità particolari, visti i trascorsi. Lui non se ne cura troppo ma ha ammesso di non voler piantar grane e di voler costruire piuttosto che distruggere. “Occorre un programma di robusto rilancio della città, articolato, possibile, credibile e un sindaco che pensi ad amministrare e che non abbia tentazioni di revanscismo personale e che non corra dietro le chimere di una riproposizione in ambito nazionale”. Per lui occorre Luigi Diego Perifano, la ragione per la quale ha scelto di affiancarsi alla galassia alternativa a Mastella ma dice anche che chi incarnerà un programma serio avrà il suo appoggio. Parla anche di Fausto Pepe che negli ultimi giorni ha mostrato una certa perplessità nei confronti dell’opzione Perifano facendo balenare la possibilità di un sondaggio per capire meglio gli umori. “Fausto ha governato per dieci anni, io sono stato un suo assessore molti anni fa. Nulla toglie che potrà fare una lista e candidarsi ma da qui a fare sondaggi ne corre, anche perchè il PD ha deciso la linea della concertazione e non quella della imposizione”. Cita anche Del Vecchio che con De Pierro ha scelto la strada più complicata per combattere il decarianismo e cioè quella di brandire l’arma del metodo deluchiano e dell’appoggio a Mastella. “Raffaele pone domande giuste sia a De Luca che a Mastella sul “che fare” circa i rischi di un impaludamento se poi il PD sannita prosegue sulla strada dell’autonomia di manovra” , come a dire che la decisione di seguire il sindaco uscente deve approdare ad una quadratura del cerchio che rischia di non verificarsi. Il che denota sconcerto presso l’asse De Pierro-Del Vecchio e il timore della marginalità politica. Dulcis in fundo Principe ne ha anche per Corona, anche lui poco propenso verso Perifano da cui si aspetta che esponga la sua idea di città. “Corona (con il quale i rapporti sono burrascosi ndr) non siede ai tavoli politici per cui la sua richiesta cade nel vuoto”. Per la verità si spinge anche oltre con espressioni poco lusinghiere ma la scarsa stima è reciproca e questo mette tutti d’accordo”. In conclusione: Mosè promette di non inquinare i pozzi. Non parteciperà alla scelta del candidato, ma si aspetta Perifano, ha parole caute su Moretti che proprio ieri, in una intervista rilasciata al Sannio Quotidiano, ha detto di non riconoscere la priorità di Perifano lasciando intendere che potrebbe anche fare parte per se stesso. L’unico obiettivo per lui è sconfiggere Mastella e la sua idea di politica, tutto il resto appare veramente relativo.

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