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Benevento| Lenta agonia di una consiliatura

Benevento| Lenta agonia di una consiliatura

16 Aprile 2021 | by Enzo Colarusso
Benevento| Lenta agonia di una consiliatura
Politica
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“Mastella deve dimettersi”. E’ il coro unanime delle opposizioni consiliari dopo ciò che è accaduto ieri in uno dei peggiori consigli comunali della storia repubblicana della città. S’è visto di tutto, numeri legali simili a Carneade, parole da trivio rivolte a membri della stessa maggioranza da altri membri della maggioranza, una certa qual sciatteria che non aiuta a guardare al Palazzo con ritrovato rispetto da parte di una opinione pubblica che oggi non sapeva se essere divertita oppure imbestialita. Un tempo queste cose rimanevano nel chiuso austero delle aule; oggi viaggiano alla velocità della luce e rappresentano una forte “diminutio” di credibilità per l’intera classe politica. Città Aperta e gli altri consiglieri chiamano Mastella al passo decisivo: ” se avesse un briciolo di amor proprio dovrebbe prendere atto dello sfasciume in cui opera e rassegnare dignitosamente le dimissioni, riconoscendo che la sua esperienza è arrivata al capolinea”, parole terribili nei confronti delle quali però il sindaco oppone tutta la sua capacità affabulatoria tentando di scagliare al mittente le accuse che gli piovono addosso.  “Condanniamo l’atteggiamento dei rappresentanti dell’opposizione che ieri hanno giocato all’ostruzionismo entrando ed uscendo dalla piattaforma non partecipando di fatto alla seduta del consiglio comunale e tradendo ancora una volta il mandato conferito dai cittadini”. Il sindaco accusa i suoi antagonisti di avere sabotato “temi importanti per il futuro della città, temi che evidentemente non sono sufficienti ad attrarre le energie intellettuali di questi consiglieri”. Mastella non può fare altro. Ieri sarebbe stato il primo ad alzarsi e a rispolverare quelle categorie espresse quando si dimise ma il tempo attuale non glielo consente. Con buona parte di quei consiglieri dovrà affrontare la campagna elettorale, che gli piaccia o meno, e anzi sperare che una fetta di quelli non decida di andarsene altrove attratta da qualcosa che lui non può più promettere o che non voglia più promettere. Metti Quarantiello, per esempio. Per lunghi mesi c’è stato il silenzio più completo, ora sembrava che il dialogo fosse tornato. Ed è proprio Quarantiello, più per incautela che per voglia di dileggiare Aversano, è stato protagonista assoluto dell’increscioso pomeriggio. L’accusa di pepaggine “urbi et orbi” ha sortito la reazione comprensibilmente stizzita di Marcellino che ha chiamato alla sbarra il sindaco chiedendogli una difesa. E Mastella è stato costretto ad attribuirgliela isolando con parole assai risolute il suo capogruppo principe. “La mia solidarietà al consigliere Marcellino Aversano, con cui respingo le parole pronunciate, in libertà e senza tener conto della sacralità del consesso, nei suoi confronti. Un modo improprio ed improvvido, che stigmatizzo in modo assoluto. Bisogna sempre avere rispetto per le persone, bisogna rispettare le opinioni altrui, bisogna evitare atteggiamenti irriverenti ed inopportuni. È stata una cosa, quella di ieri, per tanti aspetti, che ha dimostrato un modo di fare politica che non è il mio e da cui mi dissocio. Mentre, invece, ancora chiedo scusa al consigliere Aversano,  rinnovandogli stima e fiducia”. Senza dubbio Mastella avrà chiamato Quarantiello in separata sede spiegandogli la inevitabilità di quelle parole ma resta la sensazione che ognuno righi per i fatti suoi aspettando solo il rompete le righe, ovemai non fosse già stato impartito.

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