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Sannio Acque, la Corte dei Conti impone lo stop a Benevento

Sannio Acque, la Corte dei Conti impone lo stop a Benevento

29 Maggio 2023 | by Enzo Colarusso
Sannio Acque, la Corte dei Conti impone lo stop a Benevento
Politica
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Non è un momento felice quello che attraversa l’Amministrazione comunale di Benevento. Tra Ato rifiuti che non ingrana con la sua società Seam, la questione Tari e relative code velenose, di oggi è la notizia che abbiamo riportato e cioè la decisione dell’Amministrazione di diffidare Andreani, dopo avere messo sulla graticola il dirigente Ambrosio, e domani il ritorno in aula per votare una delibera che oggettivamente, così come stanno le cose, risulta assai complicato approvare, arriva ora una nuova bordata dalla Corte dei Conti che pare avercela con Mastella.

I giudici contabili hanno espresso, in data 24 maggio 2023, il loro parere negativo in ordine all’acquisizione da parte del comune di Benevento di quote della società Sannio Acque s.r.l. Anche Benevento segue quindi il destino di Buonalbergo, anche in questo caso i giudici contabili hanno ravvisato irregolarità. Di che genere? La delibera della Corte dei Conti da una risposta esaustiva e si concentra sull’aspetto finanziario dell’intera operazione, quello stesso aspetto che una interpretazione un po troppo libera da parte del segretario generale non ritenne essere centrale a tutta la questione.

La Corte scrive. “La sostenibilità finanziaria sul piano oggettivo dell’operazione di investimento societario deve essere attentamente scandagliata dall’Amministrazione pubblica e va richiamata la necessità che l’atto deliberativo di costituzione societaria o di acquisizione di partecipazioni sia quanto meno suffragato dallo sviluppo di un approfondito Business Plan”, un piano industriale che dovrebbe “fornire gli elementi descrittivi relativi all’operazione societaria che si intende eseguire: nel caso di acquisto di partecipazioni, occorrerà fornire un quadro della società in cui si intende investire, che ne riepiloghi l’evoluzione operativa ed economica degli ultimi esercizi”.

La Corte evidenzia che manca allo stato un raffronto costi-benefici che possa giustificare la partecipazione e l’uscita economica sopportata dall’ente (€ 2 per abitante) in relazione a:
efficienza del servizio tramite società mista pubblico-privata rispetto al modello gestionale precedente (che non viene menzionato);

redditività dell’investimento in termini di ritorno economico, in termini di piano economico finanziario e di raggiungimento del “break even point”;
numero, quantità e modalità di gestione del personale.

I giudici hanno quindi evidenziato “la incerta copertura finanziaria e sancito che nel deliberato si decide di sottoscrivere una quota della Alto Calore S.R.L. in misura pari a 2 euro per abitante con una spesa presunta che sarà stanziata nel bilancio di previsione. Si tratta evidentemente di una violazione del principio costituzionale di copertura della spesa e del disposto di cui all’art. 49 del TUEL.”

In definitiva è una bocciatura su tutti i fronti. Ora l’Amministrazione, che spinse in modo forsennato per l’approvazione di quelle delibere perchè si doveva rispettare la data fatidica dell’8 febbraio per non sforare i tempi imposti da De Luca commissario Eic, deve fare i conti con la contingenza che pare niente affatto buona.  C’è poi da considerare la tempistica.  È interessante notare che la delibera di consiglio risale al 31 gennaio ma Iadicicco l’ha inviata il 4 aprile dopo l’esposto della minoranza e la richiesta della Corte al Comune. Successivamente, in data 31.3.2023, il magistrato istruttore ha inoltrato nota al comune per sapere se effettivamente l’amministrazione avesse inviato in via ufficiale la deliberazione.

Solo a quel punto l’Ente, con nota pervenuta in data 4.4.2023, ha trasmesso la deliberazione di Consiglio del 31.1.2023 corredata di allegati. Questo ha permesso che il 17.5.2023, il Collegio delegasse il magistrato istruttore a richiedere al comune eventuali ulteriori deliberazioni consiliari di recepimento di piano economico finanziario del Piano d’ambito. Il resto è scritto nelle motivazioni del parere negativo dei giudici contabili.

Una storia che era sembrata farraginosa sin da subito, nonostante la ostentata sicurezza dell’Amministrazione e di Sannio Acque. Il ricorso al Tar di alcuni sindaci capeggiati da Lucio Ferella, Primo Cittadino di Baselice e che paventavano grosse irregolarità in quel deliberato era sembrata quasi una provocazione per Mastella ma la cosa è subito sembrata invece assai fondata. A tal punto che anche lo stuolo di cattedratici imbastito per l’occasione ha avvertito le difficoltà della questione, la prima seduta è stata rinviata così come la seconda prevista per il 24 maggio scorso; gli avvocati hanno ritenuto di far decidere sulla sospensiva e nel merito in un unica seduta, quindi sentenza rimandata.

Una cavalcata trionfale che ora rischia di trasformarsi in una ritirata poco strategica. C’è da attendersi la replica mastelliana, di sicuro questa storia non finisce qui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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