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Direzione PD e autonomia differenziata, spunta il manifesto del “j’accuse”

Direzione PD e autonomia differenziata, spunta il manifesto del “j’accuse”

6 Febbraio 2024 | by Enzo Colarusso
Direzione PD e autonomia differenziata, spunta il manifesto del “j’accuse”
Politica
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Di scena a Viale Mellusi la prima riunione della direzione provinciale del Pd del 2024 e non si può certo dire che Cacciano e compagni non abbiano inteso andarci giù duro con la veemenza politica. Al di là della nutrita presenza e di qualche volto noto che torna a riaffacciarsi e dell’agenda politica che vede come prioritario l’appuntamento di giugno con le Europee, che il segretario ha definito fondamentale per gli orientamenti politici generali, ha colpito la estrema virulenza del manifesto stilato coi nomi e i volti dei deputati del centrodestra eletti nei collegi meridionali e che sono pronti a votare compatti per l’autonomia differenziata, il disegno di legge leghista che permetterebbe alle regioni di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio.

Il Senato ha già approvato il disegno di legge d’iniziativa governativa nella seduta del 23 gennaio con 110 voti favorevoli dei partiti di maggioranza e del gruppo per le autonomie, 64 contrari di Pd, M5S, Alleanza verdi-sinistra e Italia Viva, e con 3 astensioni dei senatori di Azione. Il passaggio successivo è la seconda lettura alla Camera.

“E’ un manifesto che cominceremo ad affiggere nei quattro angoli della città”, ha detto il segretario Cacciano, “perchè la cittadinanza sappia chi sono i parlamentari eletti a sud che si accingono a votare un provvedimento del Governo di destra che di fatto sancisce una spaccatura ancora più profonda tra regioni ricche e regioni meno ricche, che mina la stabilità e l’unità del Paese e annichilisce gli ideali risorgimentali che sono alla base dei valori pregnanti della Repubblica”.

Senza dubbio il Pd sannita del nuovo corso corre il rischio di preannunciarsi “barricadero” oltre il proprio dna, di apparire quasi un partito di sinistra. Quei volti e quei nomi riportano alla memoria il “dead or alive” dei manifesti del selvaggio West, manca solo la taglia e il quadro è completo, ma appare tuttavia asciutto ed essenziale e più di tutto emblematico di una scelta di campo fatta da quei deputati in nome di una appartenenza partitica che sovrasta gli interessi dei territori cui essi, come tutti, non sono legati da alcuna forma di relazione.

Certo il manifesto farà discutere, riacutizzerà lo scontro politico che si era assai sopito negli ultimi tempi, provocherà reazioni o almeno si opina. Chi vivrà vedrà.

 

 

 

 

 

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