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Benevento, Vigorito: “Si vince e si perde insieme. Pazienza scelto da due anni. Non lascio, ma continuo a puntare sui ragazzi”

Benevento, Vigorito: “Si vince e si perde insieme. Pazienza scelto da due anni. Non lascio, ma continuo a puntare sui ragazzi”

11 Febbraio 2025 | by Domenico Passaro
Benevento, Vigorito: “Si vince e si perde insieme. Pazienza scelto da due anni. Non lascio, ma continuo a puntare sui ragazzi”
Benevento Calcio
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Il presidente del Benevento Calcio risponde alle richieste da parte dell’ambiente, lo fa annunciando il suo intervento che avviene nel corso della conferenza stampa di presentazione di Michele Pazienza. Il numero uno del club analizza l’attuale situazione a 360 gradi, lo fa partendo dalla stesura del progetto targato Auteri, passando per il suo esonero e fino al nuovo capitolo di Pazienza.

Queste le dichiarazioni del presidente Oreste Vigorito: “Sono qui per rispondere ad alcune ragioni sollevate dalla città. L’allenatore comincia con una conferenza in un momento difficile, subito una prova del fuoco. Darò delle spiegazioni ma proverò a capire le ragioni. Non abbiamo presentato Pazienza la scorsa settimana perché pensavamo che appena arrivato in mezzo alla settimana non era il caso, ma c’era scritto nel comunicato che sarebbe avvenuta la presentazione. 

Sono qui per rassicurare, non sto smontando nulla per vendere così come qualcuno sostiene. Basti pensare che se dovessi decidere di andare via, non è che qualcuno può trattenermi e non è che io ho debiti, non mi sentirei moralmente colpevole, magari una ferita nell’affetto.  Voglio tranquillizzare anche sul mio stato di salute, chi riesce però a vedere il mio stato d’animo deve essere intelligente, gli altri che sento al di fuori del calcio non si sono posti questo problema “di confusione” da parte mia. Sono ciance di basso profilo, voglio dare spiegazioni a quella parte che insieme a me è ancora col Benevento Calcio, una squadra che negli ultimi 8 anni ha fatto 5 anni di B ed un paio di A. 

Nei primi 90 anni di questa città si viveva la C, ho detto di volerla vivere con grande orgoglio non ho detto che voglio restare in C. Ci sono investimenti miliardari di fondi che una squadra di una città come questa, sicuramente bella ed accogliente, ma comunque una città di provincia che non può pensare di competere con questi giganti sul piano economico, così come me. Bisogna allora attrezzarsi con uno che è i fiori all’occhiello, vale a dire il settore giovanile. Ci dimentichiamo gli Evacuo, Castaldo, De Zerbi, Sagna ecc. Gente che abbiamo dovuto spiegare prima dove stava Benevento. Ho spiegato che il calcio di C mi appassiona perché è un calcio sanguigno, che mette dentro la passione più che la finanza, ma non che voglio restare in C.

Questa squadra è la squadra terza per spese, che sulla scelta di Auteri (ci siamo lasciati con una telefonata civile) è una squadra subito supportata e ci mancherebbe. A dire di tutti una squadra che giocava bene e con giocatori di valore, non comprerò più figurine ma giocatori di valore da crescere. Ho 500 ragazzi, ma progetto giovane significa prendere quei giocatori idonei a fare questo campionato. E’ stato affidato a mister Auteri un gruppo di ragazzi sui quali Auteri doveva esprimersi, il giudizio del tecnico e del direttore ci hanno convinto che avrebbero potuto fare questo campionato. Ho detto che il progetto si sarebbe svolto in tre anni, lo scorso anno avevamo tanti giocatori, quest’anno siamo riusciti a fare una squadra quasi totalmente nuova, ma soprattuto siamo riusciti a ritrovare un ambiente sereno, poi qualcosa si è inceppato. Pare che tutti sappiano che devo fare io, forse sarebbe il caso di farsi una domanda. Non riesco a trovare qualcuno che faccia qualcosa, se non un gruppo che fanno sentire il loro affetto. E’ giusto che chiedano spiegazioni, non imporre, perché non si può essere angelo e diavolo. Questi sono colori che dobbiamo portare in giro ognuno con la propria posizione. 

Nessuno ha mai detto che avremmo fatto acquisti, non mi preoccupa essere l’unica società che non ha fatto acquisti, vedremo cosa faranno gli altri. Vi parla uno che da ultimo in serie A ha speso a gennaio 50 milioni di euro. E pensate che non spendo i soldi per restare in C? Per andare in D bastava non iscrivere il campionato. Bastava quando sono stato ufficialmente tradito da persone che giravano in questa azienda, ma non l’ho fatto per amore della squadra e della città. Questa società non lo meritava e questo mi ha convinto a ripartire. Non ho 90 anni avanti, ma comunque non farei niente di sotto. State parlando con una persona e collaboratori di fiducia che cercano di fare il meglio, non vincere ma essere di certo protagonisti. Questo non toglie responsabilità dall’errore, ma dovrebbe aiutare le persone a rasserenarsi. Se qualcuno ha la vaga idea con questa protesta di farmi lasciare, meglio che vada in vacanza. Non mi pare che stiamo lavorando per far disinnamorare del Benevento Calcio, E’ vero siamo quarti per abbonamenti. Dei 4700 abbonati ne venivamo 3500-3600, gli altri avranno degli impegni. Ma dire che il numero di spettatori è per disinnamoramento mi sembra sbagliato, esistono varie componenti e succedeva anche ad inizio campionato quando vincevamo 4-0. Da 20 anni mi faccio ancora tutte le trasferte. Quest’anno stiamo andando in provincia e nelle scuole, oltre che invitare tutte le società sportive. Queste cose sono fatte con sacrificio degli allenatori, dei ragazzi e della società. Farebbe bene ricordare ogni tanto questo. 

Avevamo scelto Pazienza due anni fa. Se abbiamo remore sulla provenienza, ricordiamo come è iniziato il rapporto con De Zerbi. Dobbiamo stare attenti quando scriviamo giudizi. I commenti dei giornalisti non sono solo vostri, ma diventano di pubblico dominio. Se pensate che nessuno li legga, fate bene a star zitti, se pensate che li ascoltano, allora valutate bene. Portiamo avanti i ragazzi non perché costano poco, ma perché speriamo che fino a 21 o 22 anni restino acerbi sì, ma puliti. Quella tifoseria che vediamo, capace di scrivere striscione di passione e meno, non mi offende, sono felice quando c’è partecipazione e se vengono fuori indicazioni intelligenti perché non ascoltarli? Credo di aver dimostrato di essere tutto, meno che dittatore. Scrivere articoli è come dare uno schiaffo, se ci pensi su a volte pensi che magari sarebbe stato meglio non darlo. Io non vi ho insegnato il calcio, ma ve l’ho fatto vedere, provate a stare con noi quando vinciamo e quando perdiamo. Il rapporto tra me è Auteri è ottimo, è stata una scelta sofferta. C’era la convinzione prima che intervenivamo in ritardo, ora interveniamo presto. E’ il gioco del bianco e del nero. Non c’è stato contrasto con Auteri, potete chiederglielo. E’ un uomo vero e tentava di assumersi responsabilità senza puntare il dito”. 

Sul mercato: “Negli ultimi giorni di mercato abbiamo fatto riunioni e dato carta bianca. La valutazione tecnica la fa il direttore e l’allenatore, non è che io non la faccia, penso di avere il diritto dato che pago di dire almeno se uno lo voglio e uno no. Non abbiamo segnali come il passato, abbiamo ragazzi che si impegnano e che forse hanno dei limiti, ma i ragazzi che cadono vanno aiutati a salire. La società farà ciò che ritiene più giusto, con la speranza che qualcuno si convinca che non siamo confusi e abbiamo un allenatore scelto due anni fai. Auteri era il primo sostenitore di questa squadra, ha sempre sostenuto questo, magari di valutare solo giocatori che eventualmente avrebbero potuto migliorare realmente questa squadra, qualcuno che fosse veramente superiore di una squadra al primo posto. Il mercato durante il campionato non andrebbe fatto, chi vuole andar via e non sai perché e viceversa”.

Sulle parole di Vigorito durante Benevento-Monopoli: “Il progetto non è identificato sempre con il risultato. Quando Carli è arrivato gli dissi “sono esaurito”. Andare in procura a parlare di calcioscommesse mi ha devastato e ho chiesto a Carli se ci stava a fare una squadra che ripartisse da valori morali e ragazzi. Per fare quel progetto Carli portò un allenatore, Andreoletti, che ha fatto 14 risultati utili di fila, ora che sta stravincendo. Fu esonerato, non perché rinunciavamo al progetto, ma perché capimmo che era necessario in quella squadra prendere un allenatore con maggior esperienza, perché in quella squadra c’erano giocatori anche di esperienza. Se ci innamoriamo dei giocatori per le piroette, ma non conosciamo il calciatore nella sua interezza e continuiamo a pensare che c’è il circo Orfei.. Il giocatore fa sacrifici, lo spettacolo è l’ultima parte di sette giorni di lavoro. Auteri è andato via perché nelle ultime 10 partite è al 13esimo posto. Ne abbiamo parlato tutti i giorni e non siamo riusciti ad individuare quella che poteva essere la ragione di questa inversione. Non è che siamo conformisti, io ho cambiato anche 4 allenatori nello stesso anno. Auteri ha la massima stima. Il direttore del Monopoli nell’intervista ha detto che era una bella partita ed io invece ho detto che per me non era una grande partita. Quando una palla va sul palo è un errore, le occasioni diventano azioni da gol, ma poi bisogna segnare. Bisognerebbe studiare la parola occasione, verrebbe dal latino che significa “sorgere”. L’altra espressione è che gli altri ci conoscono, perché noi non studiamo gli altri?

Sul progetto è tutto vero, uno dei due è valorizzare giovani o vincere il campionato. Con otto punti in dieci partite si va in quarta serie e non a vincere il campionato. Contro il Monopoli c’erano solo due giovani in campo. Non è andato via per questo ma perché c’era una involuzione… Fino alle due del mattino ho parlato con Auteri e non abbiamo avuto le risposte che ci convincessero che questa era la strada giusta. Proviamo a compattarci e a dare un atto di fiducia che parta a luglio e finisce a giugno”.

L’obbligo di giocare con i giovani? “Ho detto che l’allenatore sceglie la squadra e il direttore fa il mercato. Io al massimo dico quello che dice il tifoso della curva: “mi piace o no”. E penso di poterlo dire. Mai ho pensato di dire una formazione, credo che sia giusto che poi si assuma una responsabilità. Quando si vince i titoli sono per allenatore e direttore, quando si perde è il presidente. Nel calcio nessuno è decisionista, ci sono i presuntuosi ed i competenti. Perché dovevamo prendere un attaccante se fino a qualche domenica fa avevamo il miglior attacco? Siamo stati primi per tre mesi, qual è il motivo che capovolge una squadra?. Un problema atletico, o incompatibilità o ci siamo sbagliati a portarli in prima squadra. Pazienza sta dando risposte di coerenza, ha una sua idea ma tornare a quello di prima… Quello di prima aveva la stessa squadra. Ci sono motivi scientifici e altre valutazioni, ma non è che ci sono fattori oscuri. Prima l’allenatore dava solo uno sguardo, ora stanno davanti ad un computer per analizzare i dati. Dal punto di vista morale poi c’è anche un direttore che ne ha cresciuti di ragazzi. Può essere che dica io chi deve giocare? Nunziante è campione europeo U17 e ha avuto richieste da Serie A, che guarda caso l’avrebbe fatto poi giocare in Serie C. Riteniamo inoltre che col nostro staff i giovani dobbiamo farli crescere noi. Non sapevo neanche che chi fa scendere in campo i giovani prendesse i contributi. Ho sempre detto ad Auteri se tiriamo fuori il meglio di questi ragazzi perché devono andare fuori? Non c’è spazio? Allora aspettano, anche aspettare serve a crescere. Abbiamo mandato giovani fuori che comunque non hanno giocato. Prisco quando è arrivato lo stavamo mandando di nuovo, è andato a Roma da Auteri, l’ha visto e mi ha detto “questo è forte, perché darlo via?”. La domanda vera è “perché sono cambiati”? Gli elementi sono allenatore, giocatore e arbitro. Diamo le colpe a turno. Il Monopoli spende meno, ma noi ora vogliamo giocare con i giovani bravi integrati dagli esperti. E’ una squadra con tutti i problemi che Carli dovrà risolvere, ma è una squadra unita. Borello e Starita in due a Monopoli facevano caterve di gol, la domanda da porsi è perché qui no.

I ragazzi hanno una crisi, Pazienza proverà a lavorare facendo cose semplici. Speriamo che sia la strada giusta ma per farlo dobbiamo farlo insieme e questa non è una parola per prendere in giro. Noi siamo qui per provarci, siamo persone che non mollano, non facciamo le campagne acquisti per i titoli, ma funzionali per il tecnico di turno. Ci sono grandi calciomercato fatti di squadre che sono ancora dietro di noi. Non è che noi non vediamo le cose che non vanno bene. Pare che quando perdiamo sono solo io e quando vinciamo vinciamo insieme. Si vince e si perde insieme. Sosteniamo questi ragazzi. Pazienza mi ha colpito perché ha avuto una marea di Pazienza (sorride ndr). Mi hanno convinto i concetti e la sua concretezza con una grande voglia di fare per la sua carriera. Questo e l’entusiasmo erano le cose che pensavo mancassero a questo Benevento, pragmatismo non legati solo ad un modulo. Sono un presidente che sta con la squadra, che non va a fare riunioni, non torna a casa, ma che sta con la squadra. Il Benevento è mio e cerco di rappresentarlo con onore. Come diceva il Che, non faccio un passo indietro neanche per prendere la rincorsa. Quando vorrò andare via, dirò che siamo arrivati, ma non siamo ancora arrivati”.

 

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