breaking news

Benevento, ecco cos’è accaduto in occasione del gol annullato a Ciciretti. Come una multa in divieto di sosta…senza il segnale

Benevento, ecco cos’è accaduto in occasione del gol annullato a Ciciretti. Come una multa in divieto di sosta…senza il segnale

20 Dicembre 2015 | by admin
Benevento, ecco cos’è accaduto in occasione del gol annullato a Ciciretti. Come una multa in divieto di sosta…senza il segnale
Sport
0

2015_1220_16114300

Quello che è accaduto questo pomeriggio al “Via del Mare” ha dell’incredibile. In maniera condivisibile ed opportuna, il Benevento ha deciso di non far parlare alcun tesserato nel post gara di Lecce-Benevento,. Ai microfoni il solo diesse, Salvatore Di Somma, che ha raccontato soprattutto le dinamiche dell’episodio clou del match, il calcio di punizione di Ciciretti ed il gol annullato.

Riepilogando, il direttore di gara, il Sig. Emanuele Mancini di Fermo, all’87’ segnala giustamente un calcio di punizione al Benevento dai 22 metri per un fallo commesso ai danni di Lucioni. Ciciretti la calcia direttamente verso la porta e segna senza alcuna deviazione. Fin qui nulla di anormale, finché il direttore sportivo del Lecce, Trinchera, non segnala all’arbitro che il guardalinee ha la bandierina alzata. I due si consultano e ne esce che il Benevento dovrà ribattere il calcio di punizione. Perché? Il fallo era di seconda, ma non era stato segnalato dall’arbitro (il segno identificativo in questo caso è il braccio alzato dell’uomo col fischietto). Stando a quello che il diesse stabiese ha rivelato a fine gara, l’arbitro avrebbe giustificato la scelta dicendo di essersi dimenticato di alzare la mano: come fare una multa in divieto di sosta, senza che ci sia il corrispondente segnale stradale.

In occasione di un fallo, sta all’arbitro giudicare l’entità di esso. Nel caso un intervento irregolare non venga ritenuto particolarmente grave, l’arbitro segnala che il corrispettivo calcio di punizione sarà indiretto. Nell’occasione, il fischietto marchigiano non aveva alzato il braccio, ergo è normale che il calciatore recepisca che il calcio di punizione possa esser battuto di prima. Se l’arbitro avesse concesso il gol a Ciciretti non si sarebbe andato incontro a nessun problema, perché al di là dell’opinabile interpretazione del fallo, lo sviluppo del gioco era stato regolare. In questo caso, dopo il consulto con l’assistente il fischietto ha deciso di far ribattere il calcio di punizione: errore nell’errore. Nel caso in cui un calciatore, infatti, batta di prima un calcio di punizione indiretto, allora l’arbitro deve fermare il gioco che ripartirebbe con una rimessa dal fondo. In quel caso, però, la scelta sarebbe stata comunque discutibile perché l’arbitro non aveva segnalato il calcio di punizione di seconda. La domanda è, sulla base di cosa il guardalinee ha reputato che la punizione fosse indiretta? Ma, soprattutto, arbitro ed assistente non si sono accordati prima della ripresa dell’entità del fallo? Qualcosa di assurdo!

Un episodio chiave che ha finito per influenzare inevitabilmente il match a discapito del Benevento. Qui non si parla di malafede, ma di una classe arbitrale scarsa che facilmente incorre in contraddizioni che scaturiscono inevitabilmente dalla scarsa preparazione. E lo chiamano professionismo…

 

Powered by WPeMatico

Comments are closed.