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Obesità infantile: è allarme in Campania

Obesità infantile: è allarme in Campania

14 Marzo 2016 | by Anna Liguori
Obesità infantile: è allarme in Campania
Attualità
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A livello mondiale la Campania è seconda sola agli Stati Uniti in una voce che piace poco all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).   A Napoli il diabete di tipo II (quello senile) comincia a comparire all’età di 10 anni. E gli scugnizzi non sono più quelli di una volta, agili e scattanti, difficili da fermare in caso di fuga dopo qualche marachella. Oggi sono in sovrappeso, statici, incollati ai muretti, pigramente inattivi.

«Sono poco più di 10 milioni i fumatori in Italia nel 2014, circa 6 milioni e 200 mila uomini e circa 4 milioni di donne, pari al 19,5% della popolazione di 14 anni ed oltre. Si continua a registrare, come già segnalato nel 2013, una lieve diminuzione di tale quota. La più alta prevalenza di fumatori si registra in Campania (22,1%), seguita dall’Umbria (21,2%). Per quanto riguarda la prevalenza degli ex-fumatori, l’analisi per le ripartizioni geografiche considerate (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) evidenzia come siano le regioni del Nord-Est (26,3%) quelle con la più alta prevalenza, mentre le regioni del Meridione quelle con la più bassa (17,1%).

In Campania si registra un valore di 21,9% a fronte di una media nazionale di 22,6%». Consumo di alimenti sani: le linee guida per una sana alimentazione assegnano un ruolo centrale alla varietà di alimenti e, tra i diversi gruppi alimentari, verdura, ortaggi e frutta (vof) spiccano per le forti evidenze di associazione con la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e, più in generale, per la loro capacità di veicolare le sostanze antiossidanti all’interno dell’organismo umano.

Il consumo di 5 porzioni e più al giorno di vof rappresenta, quindi, un obiettivo di politica nutrizionale. Nel 2014, il 73,6% della popolazione di 3 anni ed oltre dichiara di consumare, giornalmente, frutta, il 52,1% verdura ed il 45,5% ortaggi. I consumi giornalieri di verdura ed ortaggi sono più diffusi nelle regioni del Nord e del Centro, mentre al Meridione si osservano prevalenze più elevate nel consumo giornaliero di frutta.

In tutte le Regioni, comunque, il consumo di vof più diffuso è sempre al di sotto del benchmark delle 5 porzioni e si attesta tra le 2-4 porzioni; le prevalenze più basse nel consumo giornaliero raccomandato di vof si osservano in alcune Regioni del Meridione (Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania) ed in Emilia-Romagna».

Paradossali i dati del Sud, laddove frutta e verdura fresche sono di casa eppure sembrano restare fuori dal piatto per quanto riguarda le dosi consigliate per una buona salute. Peraltro nelle interviste ufficiali si tende a fare bella figura e quindi quelle 2-4 porzioni facilmente sono 1-3 nella realtà. Sovrappeso e obesità: in Italia, nel 2014, più di un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre poco più di una persona su dieci è obesa: complessivamente, quasi la metà dei soggetti di età 18 anni è in eccesso ponderale. Nel confronto interregionale, si evidenzia il gradiente Nord-Sud ed Isole: le regioni meridionali presentano la prevalenza più alta di persone di età 18 anni ed oltre, obese ed in sovrappeso. Per i soggetti in sovrappeso, la Campania registra il valore più alto (41,5%), a fronte di un valore nazionale di 36,2%.Per quanto riguarda sovrappeso e obesità nei bambini di 8-9 anni, si osserva una spiccata variabilità interregionale con percentuali tendenzialmente più basse nell’Italia settentrionale e più alte nel Meridione (per i bambini in sovrappeso, obesi e gravemente obesi, la Campania registra i valori più elevati, pari a 28,6%, 13,7% e 5,5%)».« Anche per quanto riguarda la quota di praticanti sportivi (in modo continuativo e saltuario), si registra un gradiente decrescente da Nord verso Sud e Isole.

Infine secondo l’indagine, le regioni che registrano la più bassa quota di praticanti sportivi sono la Campania (17,9%), la Basilicata (21,7%), la Calabria (23,3%) e la Sicilia (23,4%)».Insomma un corollario di record negativi. Tant’è che il buon soffritto della nonna (seppur da limitare perché non proprio salutare) sarebbe da promuovere rispetto all’american food dilagante tra i giovani, soft drink e salse incluse.

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