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Referendum abrogativo 17 aprile. Le ragioni del movimento “No Triv”

Referendum abrogativo 17 aprile. Le ragioni del movimento “No Triv”

23 Marzo 2016 | by Enzo Colarusso
Referendum abrogativo 17 aprile. Le ragioni del movimento “No Triv”
Attualità
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Si avvicina il 17 aprile, giorno del referendum in base al quale dieci regioni italiane chiedono che si interrompano le trivellazioni petrolifere sotto la spinta dei comitati NO TRIV e delle organizzazioni ambientaliste.  I sostenitori del referendum abrogativo spiegano le loro ragioni ponendo al centro l’assoluta urgenza di accelerare i processi di approdo verso un regime energetico sostenibile contrastando le politiche energetiche del Governo che incoraggia le fonti fossili, inaugurando, fuori tempo massimo, una corsa all’oro nero italiano che avvantaggia solo le lobby del petrolio. “Nel Paese con le royalties tra le più basse al mondo,con una forte vocazione turistica, agroalimentare e naturalistica, recita la nota dei No Triv, investire sugli idrocarburi significa mandare a massacro i territori e le loro specificità, la salubrità dell’ambiente naturale, la salute dei cittadini senza nessuna contropartita. In effetti, le esigue riserve fossili locali, anche se sfruttate al massimo, non garantirebbero l’autosufficienza energetica del Paese nemmeno per qualche anno, senza apprezzabili vantaggi economici e occupazionali, se non per le compagnie petrolifere, libere di rivendere gli idrocarburi nei mercati internazionali. L’unica strada da intraprendere per ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero resta il potenziamento delle energie rinnovabili e della generazione distribuita, dell’efficienza e del risparmio energetico, unito alla riconversione ecologica del nostro sistema produttivo e dei modelli consumo. L’energia, in quanto bene primario e risorsa naturale, dovrà essere democratica oltre che pulita e rinnovabile. Il voto, termina la nota, è un momento simbolico per affermare una radicale riappropriazione degli spazi di resistenza territoriale per generare dal basso un protagonismo necessario a costruire un’azione politica di riterritorializzazione.  

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