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Cibi contaminati: la Coldiretti stila una “black list”

Cibi contaminati: la Coldiretti stila una “black list”

14 Luglio 2016 | by Anna Liguori
Cibi contaminati: la Coldiretti stila una “black list”
Attualità
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Ci sono alimenti che hanno un alto contenuto di residui chimici che possono provocare problemi, a lungo andare, alla salute dell’uomo. Sono alimenti che arrivano dall’Italia da paesi esteri, principalmente da nazioni come l’Egitto, Cina, India e Marocco.

La Coldiretti ha reso pubblico una black list dei cibi che hanno il più alto contenuto di residui chimici e ci  sono alimenti molto usati nella cucina italiana come le mozzarelle, i broccoli ed i piselli.
Prodotti alimentari irregolari perchè contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo un’elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15 per cento)  hanno riguardato il gigante asiatico che in Italia nello stesso anno ha praticamente quintuplicato (+379%) le esportazioni di concentrato di pomodoro che hanno raggiunto circa 67 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente”.

La più grande associazione italiana di agricoltori ha anche precisato che: “Se nella maggioranza dei broccoli cinesi è stata trovata la presenza in eccesso di Acetamiprid, Chlorfenapyr, Carbendazim, Flusilazole e Pyridaben, nel prezzemolo vietnamita i problemi derivano da Chlorpyrifos, Profenofos, Hexaconazole, Phentoate, Flubendiamide mentre il basilico indiano contiene Carbendazim che è vietato in Italia perché ritenuto cancerogeno”.

La Coldiretti ha anche diffuso la notizia che ad essere contaminate sono anche le melagrane prodotte nel vicino Egitto. Le melagrane provenienti dall’Egitto contengono il 33% di residui chimici.

Ma anche la produzione delle fragole sempre provenienti dall’Egitto non è a norma, infatti il frutto contiene l’11% di residui chimici. Contengono un alto contenuto di residui chimici anche altra frutta e verdura prodotta da continenti come l’Africa e l’Asia come il peperoncino della Thailandia e i piselli del Kenia.

La Coldiretti ha anche riferito che, ad essere a rischio è anche la frutta che viene importata dal Sud America: “I problemi riguardano anche la frutta dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin”.
La Coldiretti rende noto, inoltre, che: “È risultato irregolare il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali. L’accordo con il Marocco  è fortemente contestato dai produttori agricoli proprio perché nel Paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa”.
La Coldiretti ha anche voluto precisare che l’agricoltura della comunità Europea ha ben 281 prodotti a denominazione di origine controllata.
Solo l’0,4% dei prodotti in Europea contengono residui chimici e molti dei prodotti provengono da aziende biologiche che non utilizzano per la coltivazione Ogm.
Sull’argomento dei residui chimici presenti nella frutta e verdura importata dai paesi asiatici e africani ha voluto rilasciare le seguenti dichiarazioni il massimo responsabile della Coldiretti, Roberto Moncalvo: “Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri  bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini”.

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