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Migranti, centri di accoglienza: poche luci, molte ombre

Migranti, centri di accoglienza: poche luci, molte ombre

15 Luglio 2016 | by Enzo Colarusso
Migranti, centri di accoglienza: poche luci, molte ombre
Attualità
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BENEVENTO- E’ l’argomento del momento e lo sarà ancora a lungo. Parliamo del fenomeno dell’immigrazione e dei centri di accogliernza preposti ad ospitare chi scappa da guerra, fame, e miseria nei propri paesi di origine. Siriani, irakeni, ma anche gente che proviene dal Senegal, dal Ghana, dalla Guinea Bissau, piccolo Paese dell’ex impero coloniale portoghese dell’Africa Occidentale. Tutta gente con un grado di acculturazione medioalto che arriva dalle nostre parti con l’intenzione di rendersi utile e che invece una farraginosa burocrazia e l’immancabile interesse speculativo di molti gestori di questi centri di accoglienza frustra in maniera irreversibile. La Rete Oltreconfine, che si fa estensore della possibilità di insegnare a queste genti la lingua italiana per una più rapida integrazione, ha indetto una conferenza stampa stamattina alla Rocca, presente Federica De Nigris, per dare conto di uno screening realizzato nel mese di giugno, autorizzato dalla Prefettura, che ha toccato otto centri di accoglienza su 36 della provincia sannita tra Benevento, Castelvenere, Montesarchio, Paupisi e fornendo un report delle congruenze e delle incongruenze registrate in questo piccolo viaggio nell’universo dei migranti che nel Sannio assommano a circa 1250 unità. ” La cosa peggiore registrata nel nostro studio”, dice Erminio Fonzo, ” sono i tempi di attesa che possono arrivare anche a due anni tra procedura in commissione territoriale e successivo ricorso al Tribunale di Napoli. Per tutto questo tempo l’unica cosa che queste persone possono fare è attendere non potendo rendersi utili come invece vorrebbero”. Fonzo punta l’indice sul modello di gestione dei centri che arricchisce chi si muove in questo settore senza rendere alcun servizio al rifugiato o al richiedente asilo, un giro di affari milionario puiù volte finito sotto la lente di ingrandimento della magistratura e dei sindacati. “Bisognerebbe cambiare il sistema”, dice Fonzo, ma nell’attesa che la riforma si attui sarebbe bene cominciare ad uniformare burocraticamente il rilascio dei documenti, carta d’identità, tessera sanitaria, dal momento che ogni comune si comporta nella maniera che ritiene consona senza che ci sia alcun criterio comune”. Fonzo parla anche di un numero verde o di uno sportello da attivare in Prefettura presso i quali i migranti possano più facilmente dialogare con le istituzioni ma più di tutto Oltreconfine  segnala il problema dell’ubicazione dei centri di accoglienza. “Allocare 100 o 150 persone in luoghi isolati o nei piccoli centri della provincia significa isolarli dal contesto e provocare tensione in quelle comunità”. Alla conferenza stampa erano presenti esponenti del mondo dei centri che poco hanno gradito quello che considerano il calderone delle generalizzazioni sui luoghi di ricezione e la Caritas che più di tutti ha il polso della situazione essendo in più di una occasione il vero referente delle politiche sociali a Benevento. E la Prefettura che ha esposto le proprie posizioni ed anche il ruolo spesso marginale rispetto alla problematica generale. Un momento proficuo per entrare nel vivo di un problema che rappresenta il vero enigma del futuro e sul quale occorrerà agire e bene.

 

de nigris

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