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Cultura Crea, la Proloco Centro Storico boccia il decreto

Cultura Crea, la Proloco Centro Storico boccia il decreto

28 Luglio 2016 | by Anna Liguori
Cultura Crea, la Proloco Centro Storico boccia il decreto
Attualità
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BENEVENTO – Il presidente della Pro Loco Centro Storico Città di Benevento, Antonio Verga, boccia il decreto Cultura Crea e dice: “Il ministro Franceschini esclude dai benefici del Pon al Sud, solo il sito Unesco di Santa Sofia, creando gravi danni all’immagine e al tessuto economico di Benevento e del Sannio.”
Verga ha inviato una lettera al sindaco Clemente Mastella, affinché intervenga.
Il presidente Verga riassume la vicenda.
Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini vara il Decreto n.243/2016, conosciuto come Cultura Crea, presentato qualche giorno fa a Matera, per illustrare gli incentivi stanziati per la nascita e la crescita di micro, piccole e medie imprese, anche del terzo settore, della filiera culturale.
Il provvedimento contiene la direttiva alle imprese culturali delle regioni del Mezzogiorno per accedere ai 114 milioni di euro stanziati dal Piano Operativo Nazionale (Pon), interamente dedicato alla cultura, che ha come obiettivo la valorizzazione dei territori attraverso interventi di conservazione del patrimonio culturale, di potenziamento del sistema dei servizi turistici e di sostegno alla filiera imprenditoriale collegata al settore. Come previsto dal decreto del ministro gli aiuti sono suddivisi in tre filoni: la creazione di nuove imprese dell’industria culturale con una dotazione di 41,7 milioni di euro; lo sviluppo delle imprese dell’industria turistica e manifatturiera con 37,8 milioni; il sostegno ai soggetti del terzo settore che operano nell’industria culturale con altri 27,4 milioni.
Inoltre, se le risorse programmate saranno destinate entro il 2018, ulteriori 7 milioni di euro di performance saranno proporzionalmente redistribuiti sui tre filoni.
Gestito dal Ministero dei Beni Culturali, il Pon dà attuazione alle scelte strategiche ed agli indirizzi definiti dall’Accordo di Partenariato (AdP) tra l’Italia e la Commissione Europea.
L’Accordo individua tra gli obiettivi tematici la protezione, promozione e sviluppo del patrimonio culturale, considerato asset potenzialmente decisivo per lo sviluppo del Paese, sia in quanto fattore cruciale per la crescita e la coesione sociale, sia per gli effetti e le ricadute positive che esso è potenzialmente in grado di determinare nei rispetti del sistema dell’industria culturale e creativa. A beneficiare delle risorse saranno le imprese dell’industria culturale e turistica, le imprese sociali,  comprese le cooperative e onlus, con programmi di investimento in attività collegate alla gestione di beni, ai servizi ed alle attività culturali anche favorendo forme di gestione integrata: i progetti sono rivolti alla fruizione turistica e culturale dei territori di riferimento degli attrattori, alla promozione e comunicazione per la valorizzazione delle risorse culturali, al recupero e valorizzazione di produzioni tipiche locali. I territori beneficiari sono quelli dei Comuni inseriti nell’elenco delle aree di attrazione culturale delle Regioni del Sud:  Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

“Fin qui nulla da eccepire, vi è solo un piccolo ma significativo dettaglio, precisa ironicamente il presidente della Pro Loco Centro Storico Città di Benevento Antonio Verga, che nell’elenco delle aree di attrazione culturale e rilevanza nazionale che possono beneficiare delle agevolazione del citato decreto Franceschini, sono state individuate e classificate quelle ricadenti nei siti Unesco.
Guarda caso, però, il Sannio  è l’unico territorio della Campania e delle 5 regioni coinvolte, ad essere stato totalmente ignorato come sito Unesco, e quindi risulta clamorosamente esclusa la città di Benevento, nel cui territorio, vale ricordare, ricade il complesso monumentale con la chiesa di S. Sofia, voluta dal principe longobardo di Benevento Arechi II nell’VIII secolo, parte integrante del sito seriale “I Longobardi in Italia”, eletta il 25 giugno 2011 dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
La Pro Loco Centro Storico, ritenendo tale esclusione un gravissimo danno, oltre che per la città di Benevento anche per il tessuto socio-imprenditoriale dell’intero Sannio, chiede al sindaco di Benevento di intervenire per compiere tutte le necessarie azioni a tutela della collettività sannita, non escludendo anche l’impugnativa del decreto, che così come formulato, sembrerebbe contenere profili di incostituzionalità che violerebbero i principi di uguaglianza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione sanciti dalla Costituzione.
Al riguardo, invita le forze politiche, i rappresentanti istituzionali, gli operatori economici, culturali e sociali  a mobilitare tutte le proprie energie affinché il Mibact modifichi immediatamente il provvedimento, inserendo nel decreto anche il sito Unesco della città di Benevento.
La Pro Loco Centro Storico, assicura il presidente Verga, non potrà mai accettare che un territorio ricco di beni culturali, di straordinaria bellezza e varietà ambientale, con un capitale umano ed un patrimonio di intelligenze territoriali, possa privarsi di un volano come il pon per lo sviluppo e l’occupazione. Significherebbe rinunciare definitivamente alla propria identità: cosa che a nessuno si può chiedere o imporre!”

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