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Avellino| Alto Calore a un bivio, lunedì l’assemblea decide sul piano di risanamento

Avellino| Alto Calore a un bivio, lunedì l’assemblea decide sul piano di risanamento

24 Luglio 2018 | by Redazione Av
Avellino| Alto Calore a un bivio, lunedì l’assemblea decide sul piano di risanamento
Attualità
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Il Piano di risanamento dell’Alto Calore annunciato dal presidente Lello De Stefano arriva all’attenzione dell’assemblea dei sindaci convocata per lunedì 30 alle 16 presso il salone della partecipata di corso Europa. Il manager presenterà un progetto di rilancio e riorganizzazione che si basa su un asset molto preciso: ricapitalizzazione, perequazione e aggregazione, ma anche tra i 100 e i 130 pre pensionamenti (con scivolo e incentivi) e ricollocazione del personale attraverso un percorso di formazione. Questi i punti nodali del progetto che nell’immediato futuro conta di alleggerire le spese del personale anche grazie al piano regionale sulle opere strategiche ex Casmez. Un finanziamento di circa 20 milioni per tre anni a copertura dei necessari interventi di riqualificazione su reti, adduttrici e grandi impianti. Duplice l’obiettivo: tutelare il patrimonio idrico dell’Irpinia e, parallelamente, attraverso contratti di rete, spostare una parte dei dipendenti Acs sulla realizzazione dei lavori.

Un piano nel piano, dunque, che giovedì sarà illustrato a Palazzo Santa Lucia dal vice governatore Fulvio Bonavitacola. Al tavolo, oltre De Stefano, ci saranno il commissario dell’Ato Calore Irpino, Giovanni Colucci, il coordinatore del Consiglio Idrico di Distretto Irpinia-Sannio, Floriano Panza, il presidente e il direttore generale dell’Eic, Luca Mascolo e Vincenzo Belgiorno, e i rappresentanti sindacali campani e irpini di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Poi lunedì la parola passerà ai primi cittadini, soci dell’ente di gestione del servizio idrico per l’Irpinia e parte del Sannio. Saranno loro a dover approvare o meno la proposta che mira a far uscire l’Alto Calore dal tunnel del default, con perdite mensili superiori ai 700mila euro e un disavanzo strutturale ormai prossimo ai 140 milioni di euro.

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