Nessuna intenzione di sostituirci alla magistratura ma chideremo che venga avviato il procedimento di dissequestro dello stir di Casalduni per permettere il ritorno alla piena operastività dell’impianto. Parole del Presidente della Provincia Ricci che durante il confronto di ieri con una delegazione di lavoratori dello stir aveva posto come prioritario prooprio ilm ritorno ad uno stati di normalità dell’impianto di Casladuni. E sembra che vi siano buone prospettive visto che i contatti tra Samte e Procura sono stati avviati e la possibilità che entro qualche settimana si arrivi ad una parziale eliminazione dei sigilli. Nel frattempo suscitano clamore le dichiarazioni dello stesso Ricci che ai lavoratori ha fatto intendere come il superamento dell’impasse e la salvaguardia dei livelli occupazionali passi per l’ampliamento dello stir e non per il suo ridimensionamento. Alla Regione, che sta avviando l’opera di smobilitazione delle ecoballe presenti, il compito di traghettare politicamente la contingenza. E tuttavia è il futuro di Samte che desta preoccupazioni. La partecipata è in concordato preventivo, ha visto l’abbandono di Fabio Solano, ha le casse vuote essenzialmente a causa della morosità della quasi totalità dei comuni del Sannio e che ammonta a circa 7 milioni di euro. “In queste condizioni, dice l’attuale Amministratre Unico De Gregorio, ogni sforzo rischia di essere insostenibile a partire dal recupero delle discariche cosiddette “post mortem” che gravano sulle esangui casse provinciali ponendo il termine massimo del 13 dicembre come limite di sosteniblità oltre il quale non è possibile garantire alcun tipo di servizio”.
