Amleto Frosi torna con Alilacco e la lotta al pizzo. Al bar Le Trou per presentare il progetto che prevede il camper in giro per le realtà più a rischio della provincia di Benevento. Montesarchio, Sant’Agata de Goti e ovviamente il capoluogo per raccogliere le denunce di chi non ci sta più a subire l’arroganza dei clan e la loro ferocia. Frosi e Alilacco. Una lunga stagione di contrasto al racket e ad ogni altra forma di sopraffazione. Denunce e costituzione di parte civile per incoraggiare alla reazione e a non piegarsi al diktat della delinquenza organizzata. Frosi rilancia il tema della inesistenza dell’oasi felice sannita. “Il 35% minimo dei commercianti in città paga regolarmente il pizzo e se non lo fa direttamente è costretto a rifornirsi di quei prodotti imposti dalla criminalità”. Appalti privati, più che pubblici, in una siola parola riciclaggio di cui il Sannio rappresenta una delle lavanderie più lucrose dell’intera regione Campania”, dice Frosi. E nemmeno questa rappresenta una novità.
Accantro a Frosi Luigi Coppola, un testimone di giustizia del napoleatano costretto a dismettere la sua attività sotto la minaccia della camorra locale. Coppola, dopo avere vagato per il Paese sotto protezione, è tornato a Pompei ed ha affrontato i clan. E’ la risposta più forte a chi considera racket ed usura mali endemici ineliminabili.
