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Benevento| Rifiuti, la commedia dell’assurdo

Benevento| Rifiuti, la commedia dell’assurdo

31 Dicembre 2019 | by redazione
Benevento| Rifiuti, la commedia dell’assurdo
Attualità
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E’ una vera e propria commedia dell’assurdo quella che va in scena sulla questione delicatissima del fronte rifiuti. Perchè ciò che si è verificato oggi in Prefettura a Benevento è davvero una messa in scena degna del miglior (o del peggiore) Pirandello col suo gioco delle parti. Alla fine lo spettatore non sa a chi dare la priorità della ragione perchè tutti, in apparenza ne hanno un pezzetto. La verità, i greci la chiamavano non a caso “aleteia” e cioè tutto ciò che non si nasconde ma che viene letto alla luce del sole, alla fine del percorso uno spettatore che vuole informarsi non sa a chi prestarla anche perchè chi dovrebbe metterlo in condizione di leggere brancola nel buio più pesto. Accade che il vicepresidente della Regione Bonavitacola si precipiti il 31 dicembre a Benevento ed ingaggi un vero proprio duello con i suoi interlocutori locali. Sostiene che la scelta di liquidare Samte è totalmente incomprensibile. La Regione, per salvare l’azienda, ha rinunciato, attraverso il concordato, a ben 4 mln di euro e a Napoli sta cosa della liquidazione, benchè non irreversibile, la vivono come una sorta di beffa, per non usare termini più forti. “Sono mesi che andiamo dicendo che bisogna riattivare Casalduni e rimettere in funzione la macchina della produzione, che abbiamo stanziato fondi per Casalduni e Sant’Arcangelo con la sua discarica e stiamo qui ancora al 31 dicembre a ripetere le stesse cose che invece dovrebbero essere chiare”, dice Bonavitacola secondo il quale, parole sue, “non ci vuole l’ira di Dio per rimetterlo in moto, il cdr, dopo un anno e mezzo, atteso che “noi Regione stiamo portando via ecoballe in direzione Acerra, in misura anche maggiore rispetto al consentito”. Quindi, stando al più fidato dei collaboratori di De Luca la Regione la sua parte la fa, economicamente e non solo. Agostinelli, che della Samte è da ieri il commissario liquidatore, sostiene che ciò che afferma Bonavitacola e che cioè tutto sia fermo al palo non risponde a verità. “Ci sono in atto, in questo momento, due investimenti, uno allo Stir finanziato dalla Regione e l’altro alla discarica di Sant’Arcangelo totalmente autoprodotto; entrambi seguono un cronoprogramma ben preciso”. Insomma Agostinelli, che è apparso sorpreso alle domande dei cronisti presenti, asserendo di avere appreso da loro delle parole di Bonavitacola, c’è da chiedersi dove fosse se non in prefettura e nella stessa sala, non lascia varchi di sorta, non lascia spiragli. E d’altra parte ora come ora veste il ruolo di esecutore, non che prima avesse altre mansioni, in un gioco assai più grande di lui, un gioco politico che ha protagonisti assai ben riconoscibili se non un protagonista. Ai lavoratori, ai quali va totalmente la nostra solidarietà, Agostinelli lancia un vero e proprio ultimatum: o accettano di lavorare 12 ore a settimana perchè, dice, il lavoro che c’è da fare è ridottissimo, oppure scattano le clausole del licenziamento mai eliminate, nonostante gli ammonimenti dei sindacati. Tertium non datur. I sindacati assistono attoniti. Per la Franzè, segretario della FP CGIL ” è surreale che di fronte alla volontà di chi arriva e assicura moneta per completare lavori che sono in atto ma procedono assai lentamente la risposta è un continuo tergiversare, una prendere tempo inammissibile”. Giannaserena Franzè annuncia che ci sarà una riunione tecnica, ancora un tavolo, il prossimo 3 gennaio al quale siederanno Provincia e Regione e Napoli manderà un tecnico capace di tracciare un quadro più esaustivo della situazione, insomma uno che ne capisce. Sul versante dei lavoratori, i veri sconfitti di questo gioco poco nobile di potere, quasi un Risiko, essi hanno tempo fino al tre, ma c’è chi giuira che Agostinelli è già pronto da stasera a far partire le lettere di licenziamento, per decidere cosa fare: accettare una riduzione da fame oppure licenziarsi. I sindacati restano spiazzati per cui sono i lavoratori che adesso devono decidere e fare parte per se stessi, se attendere alle condizioni descritte tempi migliori o decidere di sottrarsi allo stillicidio gettando la spugna. Ciò che emerge, in questo gioco delle parti, è che con molta probabilità la partita in atto è davvero ingente. Un dialogo tra attori che vorrebbero la stessa cosa ma che si traduce in un confronto fra sordi prelude ad un intenzionale “famo a non capisse”. La posta in gioco è forte. La privatizzazione è dietro l’angolo? Molto Probabile. Chi è pronto a subentrare, da quale parte arriverà? Dal vicino casertano, visto che ormai ogni cosa che si agita da noi arriva da li? Anche qui solo supposizioni. Ma in questo caso il finale è stato scritto dall’inizio e su questo, pare, non vi siano troppe incertezze.

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