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Impianto compostaggio di Sassinoro, il Tar accoglie il ricorso della Provincia contro la realizzazione

Impianto compostaggio di Sassinoro, il Tar accoglie il ricorso della Provincia contro la realizzazione

17 Marzo 2021 | by Alberto Tranfa
Impianto compostaggio di Sassinoro, il Tar accoglie il ricorso della Provincia contro la realizzazione
Attualità
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Il Tar della Campania ha integralmente accolto le eccezioni e le osservazioni presentate dalla Provincia di Benevento contro la paventata realizzazione di un impianto di compostaggio rifiuti per la produzione di compost in Sassinoro.

Lo comunica il Presidente della Provincia Antonio Di Maria.

Questi, come si ricorderà, sin dal suo insediamento in carica, aveva manifestato il suo personale orientamento e quello dell’Ente tutto contrari alla realizzazione di questo impianto in quanto: 1)  l’ubicazione individuata a monte della diga di Campolattaro non era assolutamente idonea; 2) le quantità di rifiuti trattate non sono compatibili con il sito.

A giudizio di Di Maria e degli esperti incaricati dalla Provincia, tale infelice allocazione avrebbe potuto creare danni alle Aziende preesistenti nell’area e pregiudicare la salubrità delle acque raccolte nel vicino invaso artificiale, vanificando così gli sforzi messi in campo dalla Provincia e dalla stessa Regione per la valorizzazione di una diga così importante sia ai fini turistico-ambientali che per il soddisfacimento delle esigenze idriche, potabili ed irrigue del Sannio e non solo.

Come si ricorderà, già nella primavera dello scorso anno, pur in pieno “lockdown”, la Provincia aveva lavorato contro la realizzazione dell’impianto nell’Alto Tammaro: anche allora il Tar aveva accolto le tesi della Provincia, rappresentata in giudizio allora come oggi dal Responsabile dell’Avvocatura Giuseppe Marsicano.

Nel maggio 2020, infatti, il Tar Campania aveva sospeso l’atto della Regione del 14 aprile 2020 che autorizzava la Società New Vision a dare avvio alle attività del biodigestore di Sassinoro ed inoltre aveva bloccato pochi giorni dopo anche una istanza presentata dalla stessa che voleva superare il provvedimento di sospensiva del Tar, condannando dunque per tre volte in un mese le pretese avversarie.

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