breaking news

Vico Arechi, le macerie come coreografia della vergogna

Vico Arechi, le macerie come coreografia della vergogna

23 Marzo 2021 | by Enzo Colarusso
Vico Arechi, le macerie come coreografia della vergogna
Attualità
0

Dillo a  Clemente, recita dialogante l’app nuova nuova di zecca che il sindaco ha lanciato con tanto di riferimento all’intelligenza artificiale che permea la nuova iniziativa del Prmo Cittadino per avvicinare la gente al Palazzo. Dillo a Clemente, allora, è quello che potrebbero fare anche gli abitanti di Vico Arechi, talmente vicini a Palazzo Mosti da poter ovviare all’intelligenza artificiale parlando col Mastella dalle finestre delle proprie case. E che cosa potrebbero dire a Mastella? Per esempio come, a distanza di tre mesi o forse quattro dal crollo del muro perimetrale di una casupola che confina con l’Hortus Conclusus, le macerie, con l’immancabile ombrello simbolo del degrado, siano ancora li nonostante un’ordinanza del Comune imponga a quei proprietari sordi la rimozione dei detriti. Lo imponga dal dieci di dicembre senza che alcuno dei 5 proprietari si sia mai degnato di intervenire. Una vicenda da sgarrupation story davvero incresciosa, un segnale purtroppo forte di disinteresse e in misura maggiore di inosservanza delle regole , quelle stesse che dovrebbero regolare il vivere civile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *