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Gesesa, parlano Russo e Abbate

Gesesa, parlano Russo e Abbate

30 Novembre 2021 | by Enzo Colarusso
Gesesa, parlano Russo e Abbate
Attualità
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Il nuovo filone che riguarda Gesesa e sul quale si sono riaccese le luci della Procura della Repubblica di Benevento. Settantotto i milioni di euro sequestrati, fra beni mobili e immobili, per reati commessi tra il 2017 e il 2019 che imputano ai vertici della partecipata l’accusa di “non avere adottato ed efficientemente attuato modelli di organizzazione e di gestione commessi per conto, nell’interesse e a vantaggio della società dai suoi amministratori e da dipendenti che rivestivano, all’epoca dei fatti, funzioni di direzione o vigilanza all’interno dell’ente”, si legge nella ordinanza. Una vicenda che nel maggio del 2020 portò al sequestro preventivo di dodici impianti di depurazione, al deferimento di 33 persone e all’applicazione di due misure interdittive. Le ipotesi di reato andavano dall’ inquinamento ambientale, alla frode nelle pubbliche forniture, dalla truffa aggravata, alla gestione illecita di rifiuti, agli scarichi di acque reflue senza autorizzazione e falsità in atti. Al centro l’inquinamento dei due fiumi cittadini Sabato e Calore. Ora il  sequestro dei beni, un nuovo colpo al sistema di gestione che negli ultimi anni ha interessato la partecipata. Domenco Russo attuale presidente del CdA

Gino Abbate, oggi consigliere regionale, all’epoca dei fatti presidente del CdA di Gesesa. Abbate si dice tranquillo, non risulta indagato, e difende l’operato di Acea.

 

 

 

 

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