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Via Galanti, una storia amara

Via Galanti, una storia amara

10 Gennaio 2022 | by Enzo Colarusso
Via Galanti, una storia amara
Attualità
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La sentenza della Cassazione che inerisce gli alloggi di Via Galanti . I fatti si riferiscono al 2001, partono dalla sindacatura D’Alessandro, transitano per quelle Pepe ed arrivano a Mastella con la ciliegina avvelenata. La Cassazione ha deciso e per l’Amministrazione Mastella si aprono le porte di un nuovo debito fuori bilancio, perchè i 2.799.567,62, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi, andranno ad appesantire la massa passiva che l’Organismo di liquidazione è chiamato a certificare.

Mastella passa al contrattacco. “Ho dato mandato all’ufficio legale di accertare le responsabilità di chi ha determinato, nel corso degli anni, questa incresciosa situazione che si poteva evitare, stando alla lettura delle cronache dell’epoca”. Una vicenda sulla quale indagò la Procura della Repubblica di Benevento che aprì fascicoli d’inchiesta relativa al Piano di Recupero di via Galanti per reati pesanti che andarono dall’ associazione per delinquere alla truffa aggravata e falso a carico dell’allora Direttore Generale del Comune, al Dirigente del Settore Urbanistica, a due tecnici che hanno ricoperto l’incarico di Responsabili del Procedimento, ai titolari della ditta e di una cooperativa di abitazione collegata ed infine al Direttore dei Lavori.

Nei confronti del sindaco D’Alessandro Altrabenevento, agli albori della sua attività, pose come al solito domande. In particolare sul perchè l’incarico di costruire i 72 alloggi fosse tato assegnato ad una ditta che presentava una offerta sostanzialmente diversa da quella prevista dal Bando Pubblico Concorrenziale; sul perchè D’Alessandro, Boccalone e Petrucciano, rispettivamente sindaco, direttore generale ed assessore all’Urbanistica, consentirono che la ditta CON.CA. pretendesse da ogni assegnatario 12.000 euro in più rispetto al prezzo pattuito; sul perchè l’Amministrazione non volle rescindere il contratto con la ditta CON.CA. per gravi inadempienze, come richiesto dal Tecnico Comunale Responsabile del Procedimento con 2 precise relazioni. E perchè gli atti alla Regione per il rinnovo dell’Accordo di Programma furono inviati dopo 3 anni dalla scadenza del termine. Domande cui non verrà data mai risposta mentre sullo sfondo c’è la rabbia di chi pagando non ha visto nulla, nè appartamenti e neppure restituzione delle caparre.

 

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