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Italiani nel mondo: diminuiscono (di poco) le partenze, aumentano i rientri in Campania

Italiani nel mondo: diminuiscono (di poco) le partenze, aumentano i rientri in Campania

8 Novembre 2023 | by redazione Labtv
Italiani nel mondo: diminuiscono (di poco) le partenze, aumentano i rientri in Campania
Attualità
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Il 44% delle partenze degli italiani per espatrio avvenute nel 2022 ha riguardato giovani italiani tra i 18 e i 34 anni. E’ quanto emerge dal Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes che rileva rispetto agli anni precedenti, due punti percentuali in piu’ in questa specifica classe di eta’. In totale, invece, le iscrizioni all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero con la motivazione ‘espatrio’ registra un decremento: -2,1%, (-1.767 iscrizioni)  per solo espatrio rispetto al 2022.

Secondo Fondazione  e’ come se l’epidemia di Covid avesse reso “i migranti italiani che partono oggi meno spavaldi, meno propensi al rischio, ma con maggiore senso di responsabilita’ e una piu’ intensa inquietudine rispetto ad una scelta di vita che potrebbe essere definitiva”. Sono anche aumentati gli indecisi, coloro che sono in una sorta di limbo tra il qui e il la’, quelli che sono andati all’estero e vi lavorano anche ma non ottemperando all’obbligo di iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE).

‘L’Italia fuori dei confini nazionali è costituita oggi da circa 6 milioni di cittadini e cittadine.  Una presenza cresciuta dal 2006 del +91%. Le italiane all’estero sono praticamente raddoppiate (99,3%), i minori sono aumentati del +78,3% e gli over 65 anni del +109,8%. ‘Al 1° gennaio 2023 i connazionali iscritti all’Aire sono 5.933.418, il 10,1% dei 58,8 milioni di italiani residenti in Italia. Il 46,5% dei quasi 6 milioni di italiani residenti all’estero è di origine meridionale (il 15,9% delle sole Isole), il 37,8% del Settentrione (il 19,1% del Nord Ovest) e il 15,8% del Centro.

Scandagliando le province di origine dei nuovi italiani nel mondo emerge che nell’arco del periodo tra il 1 gennaio 2019 e il 1 gennaio 2023 le fughe all’estero sono avvenute in modo diverso. La media nazionale di iscritti al 1 gennaio 2023 è di 100,6  ogni 1000 abitanti, un dato abbondantementente superato da Irpinia e Sannio: 283 iscritti ogni mille  abitanti per quanto riguarda la provincia di Avellino, 216 invece il Sannio.

Negli ultimi 4 anni, però, le emigrazioni sono rallentate: i cittadini irpini iscritti all’Aire sono aumentati del 5,1% e sono passati da 107.616 a 113.087. Le nuove iscrizioni registrate solo nel corso del 2022 sono 439. Nel Sannio la variazione tra il pre e il post Covid è del 4,6%. I cittadini emigrati al 1 gennaio sono 57.055, 191 in più rispetto all’anno precedente. Nel Mezzogiorno –  dicono gli esperti –  l’incidenza degli iscritti è più elevata, anche se negli ultimi anni le nuove iscrizioni partono soprattutto dal Nord, da alcune zone di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna

Nonostante l’Italia resti un paese di forte emigrazione secondo il rapporto prosegue l’aumento relativo della quota dei rientri nelle regioni meridionali, a scapito di quelle del Nord. Al Sud, seppure con una certa variabilità, la regione che negli ultimi tre anni ha catturato la quota maggiore dei rientri è stata la Campania, seguita dalla Puglia e dalla Sicilia appaiate. L’incidenza relativa scende, ma in un contesto di numeri assoluti in crescita.

La regione Lombardia si conferma quella che attrae il maggior numero di lavoratori provenienti dall’estero, con una percentuale stimata per il 2023 pari a circa il 42% dei soggetti rientrati. Il fenomeno è strettamente legato alla presenza di numerose aziende del settore terziario soprattutto nell’area metropolitana di Milano dove sono concentrati anche molti datori di lavoro internazionali.

L’unica regione del Nord che vede crescere la sua quota è il Trentino Alto-Adige: questa regione spicca per la qualità dei servizi messi a disposizione con particolare riferimento per quelli di sostegno alle famiglie, che godono di un miglior trattamento sanitario, sociale e lavorativo rispetto alla media nazionale, come testimoniato da un indice di natalità territoriale superiore del 30% rispetto alla media nazionale

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