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Comitato sviluppo aree interne: commissarimento Camera Commercio Irpinia-Sannio trasformato in occupazione abusiva

Comitato sviluppo aree interne: commissarimento Camera Commercio Irpinia-Sannio trasformato in occupazione abusiva

3 Aprile 2024 | by Redazione Bn
Comitato sviluppo aree interne: commissarimento Camera Commercio Irpinia-Sannio trasformato in occupazione abusiva
Attualità
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Di seguito la nota del Comitato Sviluppo Aree Interne sulla grave situazione che perdura alla Camera di Commercio Irpinia-Sannio:

‘Il commissariamento della Camera di Commercio Irpinia-Sannio si è trasformato in una vera e propria occupazione di un ente pubblico, con conseguente delegittimazione dei territori e delle organizzazioni deputate a rappresentare, in base alla legge e al regolamento, le categorie produttive.

A questo punto, ci chiediamo se il presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca, intenda intervenire per risolvere un serio problema o se preferisca dare piena copertura politica ad un simile abuso di potere, mortificando e penalizzando le aree interne, dirottando casomai le risorse su altre province, a cominciare da Salerno, per scopi che nulla hanno a che vedere con la missione istituzionale della Camera di Commercio.

Dalla nomina del commissario Girolamo Pettrone, a firma di De Luca, e dal suo insediamento è trascorso oltre un anno, ma nulla si è mosso. Non è stato compiuto alcun doveroso passo per l’avvio delle procedure necessarie al ripristino degli organismi democratici elettivi.

Si è soltanto provveduto a gravare le casse camerali di costi supplementari, con provvedimenti, attribuzioni di indennità ed incarichi dirigenziali, a dir poco discutibili e contestabili.

Anche la nomina del nuovo segretario generale, Raffaele De Sio, oltre che inopportuna ed inappropriata, è risultata assolutamente improduttiva, considerato che l’incarico specifico assegnato, per la definizione della platea elettorale interna, resta ancora di fatto incompiuto.

Siamo, pertanto, di fronte ad una evidente tattica dilatoria, al fine probabilmente di condizionare l’esito della consultazione, non senza conseguenti benefici personali, e ad una forzatura inaccettabile, a spese dei cittadini, dei contribuenti e delle categorie produttive irpine e sannite.’

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