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Duplice omicidio Durazzano, D’Angelo: “ho sparato per legittima difesa”

Duplice omicidio Durazzano, D’Angelo: “ho sparato per legittima difesa”

4 Aprile 2019 | by Anna Liguori
Duplice omicidio Durazzano, D’Angelo: “ho sparato per legittima difesa”
Cronaca
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“Erano armati e mi sono difeso”. Inizia cosi la giornata di interrogatorio fiume per il killer di Durazzano  Francesco D’Angelo, l’operaio accusato di aver ucciso a fucilate Mario Morgillo e Andrea Romano. Al colloquio con il Gip Gelsomina Palmieri, D’Angelo ha preferito non rispondere alle domande del giudice ma ha letto una dichiarazione spontanea, spiegando che da un anno subiva intimidazioni e minacce e che dopo l’incidente con Gennaro Morgillo, figlio di Mario, per il killer era iniziato un incubo senza fine. Minacce e intimidazione che potrebbero motivare il possesso dell’arma da fuoco con cui si è consumato il delitto. D’Angelo ha anche riferito al Gip che domenica scorsa, era inseguito dalle due vittime e che prima della sparatoria in piazza, avrebbe addirittura avvertito i carabinieri per chiedere aiuto. I minuti successivi di questa vicenda, della quale si conosce al momento solo l’epilogo, sono tutt’ora al vaglio degli inquirenti. Nella sua versione D’Angelo racconta che dopo la chiamata ai carabinieri aveva avuto l’impressione che i presunti aggressori si fossero dileguati per poi comparire improvvisamente nella piazza che è diventata teatro della sparatoria. Dalla scena del crimine in effetti l’auto sui cui viaggiavano le vittime ha terminato la sua corsa proprio davanti al furgone di D’Angelo come se i due gli avessero tagliato la strada. La versione di D’Angelo però è in cerca di conferme,c’è da capire inanzitutto perchè l’arma impugnata da una delle due vittime di cui parla l’operaio, non sia stata ritrovata sulla scena del crimine. I  cadaveri dei due uomini sono nell’obitorio del Rummo in attesa dell’autopsia che si terrà lunedi. Al vaglio anche i tabulati telefonici che dovranno stabilire se effettivamente D’Angelo prima di sparare con il proprio fucile detenuto illegalemente. avesse chiesto realmente aiuto ai Carabinieri. Ancora sotto la lente d’ingrandimento anche la visione dei filmati delle telecamere di videsorveglianza della zona che potrebbero confermare o meno l’inseguimento che secondo la versione dell’omicida, avrebbe anticipato la tragedia.

 

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