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Airola|Scontro tra detenuti e devastata la sezione detentiva del carcere, protesta la Polizia Penitenziaria

Airola|Scontro tra detenuti e devastata la sezione detentiva del carcere, protesta la Polizia Penitenziaria

21 Febbraio 2023 | by Redazione Bn
Airola|Scontro tra detenuti e devastata la sezione detentiva del carcere, protesta la Polizia Penitenziaria
Cronaca
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Violenti disordini sono avvenuti ieri pomeriggio carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento dove c’è stato uno scontro tra detenuti stranieri e detenuti napoletani. I disordini si sono protratti fino a notte. Secondo quanto si apprende, prima che tornasse la calma un gruppo di carcerati ha letteralmente sdradicato la porta blindata di una cella, causando lesioni ai muri della sezione detentiva.

“Gli istituti minorili campani – commentano Auricchio Ciro dell’USPP e Eugenio Ferrandino della UIL P.A. PP – sono
diventati una miscela esplosiva a causa della promiscuità tra detenuti italiani e stranieri. Proprio questi ultimi –
sottolineano i due sindacalisti – si sono resi resi autori di svariati atti di violenza, anche nei confronti del personale di
polizia penitenziaria e sono riluttanti a qualsiasi regola o trattamento penitenziario”.

In sostanza, secondo Auricchio e Ferrandino, “vanno ad aggiungersi a quelli del nostro territorio aggravando una situazione già precaria”. “Chiediamo – concludono i due sindacalisti – la chiusura parziale dell’istituto minorile e l’inizio dei lavori già in calendario e ormai non più rinviabili visto la decadenza strutturale dell’istituto airolese. Complimenti, infine, al comando dell’istituto, che congrande professionalità ha evitato il peggio”.

Comunicato del Sappe:

Ancora una volta follia e violenza nel carcere minorile di Airola per la folle protesta di un detenuto pluri-recidivo che ha prima aggredito un operatore e poi ha fomentato violenza contro un gruppo di detenuti nordafricani. Torna a protestare con veemenza il personale della Polizia Penitenziaria, per una situazione esplosiva che era stata preannunciata ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria nazionale e regionale ma rispetto alla quale nessun provvedimento era stato assunto.

Ricostruisce l’accaduto Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Un detenuto napoletano, già allontanato da Airola per essersi reso protagonista di più eventi critici durante la detenzione (ritrovamenti di droga, di telefoni, incendi e aggressione al personale), non solo nel minorile sammaritano, è stato incomprensibilmente riassegnato nell’Ipm di Airola.

In poco tempo l’uomo è riuscito ad aggredire, in mattinata, un operatore di un corso e, in serata, a fomentare una rivolta contro alcuni detenuti nordafricani, che hanno distrutto un intero Reparto detentivo rendendolo inagibile. Il poliziotto addetto a preposto di turno ha immediatamente chiesto rinforzi, tra gli Agenti degli altri Reparti e persino tra quelli di riposo, perché si è reso conto che la situazione stava degenerando gravemente. E il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari ha evitato che la rivolta si estendesse in altre Sezioni. Sul posto sono intervenuti anche il Direttore e il Comandante, che hanno coordinate le operazioni, e il detenuto che ha provocato la rivolta è stato immediatamente trasferito”.

De Rosa evidenzia che “il SAPPE rivolge il suo ringraziamento ai poliziotti che hanno gestito il grave evento critico con grande professionalità ma rimane perplesso per la riassegnazione di quel detenuto napoletano con problemi psichiatrici presso l’Ipm di Airola allontanato proprio per problemi di ordine e sicurezza. Per questo chiediamo che questi trasferimenti scellerati vengano ponderati bene prima di portarli a termine poiché, come è successo ad Airola, possono avere conseguenze pericolose”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che esprime solidarietà e vicinanza ai poliziotti di Airola, quel che serve sono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze. . Oggi tutti scoprono che la giustizia minorile così com’è non va, ma è da troppo tempo che il SAPPE denuncia come registriamo già da mesi, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia.

È da sottolineare che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori. Legge voluta dal Ministro della Giustizia Orlando con Renzi premier, lasciata intonsa dal Guardasigilli Bonafede con Conte presidente del Consiglio e lo stesso da Cartabia e Draghi”.

Capece ricorda infine che “il SAPPE, come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, ha in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. Non è stato fatto nulla, zero assoluto, e i risultati sono la rivolta di ieri ad Airola, le evasioni dal Beccaria e dal Cpa di Torino, gli incendi e le aggressioni nelle altre carceri minorili di Nisida, Palermo, Casal del Marmo, Bologna, Airola, Treviso, per citarne alcuni. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina: per questo si dovrebbe ricondurre la Giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé”.

 

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