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Cacciari al San Marco: dal “gnoti se autòn” al perdono

Cacciari al San Marco: dal “gnoti se autòn” al perdono

6 Dicembre 2023 | by Enzo Colarusso
Cacciari al San Marco: dal “gnoti se autòn” al perdono
Cultura
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“Solo la scuola può invertire la deriva a cui è destinata questa umanità senza memoria e senza capacità di perdonanza.” Così parlò Massimo Cacciari, dal palco del San Marco, ad una platea di studenti di istituti del Sannio e dell’Irpinia convenuti, con i loro docenti, per assistere alla Lectio Magistralis del filosofo ospite dell’Università Telematica Giustino Fortunato.

Tantissime le domande, anche molto argute, dei ragazzi presenti cui Cacciari ha risposto con puntualità partendo dal leit motiv della mattinata e cioè “Memoria è Umanità” collegandovi anche il concetto di perdono senza il quale non vi può essere speranza di tensione alla pace e al ripristino della vita consortile.

Perdono che però non va confuso con oblio ma con piena consapevolezza del male perpetrato su cui basare il futuro delle relazioni. “Esiste una fase politica e giuridica che è necessaria per affermare le responsabilità di un crimine ma esso rappresenta un passaggio fondamentale per giungere al perdono”.

Cacciari si cala nell’attualità politica e storica di questi giorni, al conflitto tra Israele e Hamas che però vede morire in maggior misura la popolazione civile, e indica come unica via possibile quella del perdono reciproco per giungere ad una pacifica coesistenza; l’alternativa è una guerra continua, inarrestabile.

Contagio del bene, cosa ardua e difficile, da ricercare attraverso lo studio, matto e disperatissimo, tanto per citare Leopardi, contrapposto alla staticità con la quale si può operare il male. “Per esserne affetti, dice Cacciari, basta restare fermi, immobili, servili, assecondare le passioni più retrive, farsi imbottigliare dall’idolatria del denaro e dalla vanagloria del potere”.

Come sempre ficcante, Cacciari è forse uno dei pochi pensatori capaci di entrare in empatia col prossimo anche quando rimpovera ad una studentessa del classico quel “conosci te stesso”, gnoti se autòn, che campeggia sull’architrave del tempio di Apollo a Delfi. Indagare sulla propria anima per tendere al to eis emanatore, capire la propria condizione umana per esprimere l’umanità.

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