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Diplomazia decariana e lunghi coltelli

Diplomazia decariana e lunghi coltelli

23 Gennaio 2016 | by Enzo Colarusso
Diplomazia decariana e lunghi coltelli
Politica
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Sussurri e grida dalla tumultuosa galassia del Pd. Tra interpartitici e relativi out out, cene in agriturismi e continue minacce tra maggioranza e lealpepisti si è chiusa una nuova settimana politica tra bagarre e raffinato cesello diplomatico. Per ordine. De Caro continua a tessere la sua tela. Se in pubblico il capataz fa professione di sicurezza, in privato l’Avvocato sa bene che l’allargamento della sua coalizione è indispensabile per andare alla battaglia con maggiori chances di vittoria. Ed allora imbarca NCD, sopportando la presenza di Gianvito Bello, Santamaria, e IDV,  di certo ancora poco ma siamo solo agli inizi. Cosa garantire a costoro? Visibilità, innanzittutto, e qualche carica. Quella di vicesindaco, per esempio. Corso Garibaldi l’ha già promessa come minimo a cinque o sei persone ma c’è anche chi, come Gianvito Bello, non vorrebbe stare fuori dalla lizza. Le rivendicazioni degli alfaniani cozzano con le altrettanto legittime aspirazioni di De Mita che per adesso ha ordinato di non partecipare all’interpartitico. La decisione del grande vecchio la sconta Picucci al quale l’avvocato fa sapere, tramite Ricci, che un’ ulteriore defaillance il primo febbraio potrebbe costare la poltrona di vicepresidente della Provincia. Ma De Caro guarda oltre. Il suo disprezzo per sodali ed avversari è proverbiale ma sa bene che questa volta anche lui si gioca parecchio se non tutto e vincere è indispensabile. E allora mette da parte la sua viscerale avversione per Fausto Pepe e gli propone un desco dinanzi al quale sotterrare l’ascia di guerra e provare il disgelo. Pare che l’operazione, verificatasi qualche ora prima della elezione di Valentino, non abbia prodotto granchè e i due commensali si siano allontanati ognuno sulle sue posizioni. Fausto, nei cui confronti  l’area liberaldem scorge il rischio di un possibile abboccamento col blocco di potere che governa il partito, avrà ribadito che senza dialogo non si può governare e che Valentino resta il segretario di una parte del Pd ma non di tutto il Pd. Cosa che hanno sottolineato anche alcuni pretoriani lealpepisti. Ma Valentino avverte: chi rema contro “l’immancabile vittoria” di primavera e individua nel manipolo i deluchiani, è fuori dal Pd. Si ha la sensazione che le elezioni siano una resa dei conti terribile. Chi vince prende tutto, chi perde è destinato ad una lunghissima diaspora.

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